La Chiesa cattolica italiana, dopo sollecitazioni che si protraggono ormai da molti anni, sembra incamminarsi verso una qualche forma di indagine sui casi di abusi a danno di minori al suo interno. Ma come? Il metodo non è stato ancora scelto, l’idea di un’indagine interna è ancora diffusa, ma dall’Università Gregoriana, all’avanguardia nella tutela dei minori, viene una presa posizione netta, che indica alla Chiesa italiana la via dell’indagine indipendente. E sembra riflettere l’orientamento del papa.
Vediamo. Il Documento preparatorio del sinodo mondiale sulla sinodalità offre infatti delle indicazioni chiare: “È impensabile una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del popolo di Dio: insieme chiediamo al Signore la grazia della conversione e l’unzione interiore per poter esprimere, davanti a questi crimini di abuso, il nostro pentimento e la nostra decisione di lottare con coraggio”.
Dunque tutto il popolo di Dio, tutti i battezzati, devono concorrere ed essere coinvolti. E ancora: “Non possiamo nasconderci che la Chiesa stessa deve affrontare la mancanza di fede e la corruzione anche al suo interno. In particolare, non possiamo dimenticare la sofferenza vissuta da minori e adulti vulnerabili a causa di abusi sessuali, abusi di potere e abusi di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate”. E quindi ecco la vera svolta necessaria, per il Documento sinodale, per uscire da questa crisi: “La Chiesa tutta è chiamata a fare i conti con il peso di una cultura impregnata di clericalismo, che eredita dalla sua storia, e di forme di esercizio dell’autorità su cui si innestano i diversi tipi di abuso (di potere, economici, di coscienza, sessuali)”.
Nella prossima assemblea plenaria dei vescovi italiani il tema si porrà certamente e chiarirsi le idee è urgente: Molte voci si sono espresse al riguardo, non facendo emergere un orientamento definito. Così ha certamente rilievo la nettezza con cui si è espresso ieri nel programma di informazione religiosa di Radio Uno padre Hans Zollner, gesuita, fondatore del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana e tra i massimi esperi di lotta e prevenzione degli abusi nella Chiesa di cui si occupa quale componente della Pontificia Commissione per la Protezione dei minori.
Intervistato a ridosso dell’Angelus, padre Zollner infatti ha affermato che “la gente, come abbiamo visto in tante parti del mondo, non si fida più della giustizia all’interno della Chiesa perché le persone vogliono capire da fonti indipendenti e obiettive quello che viene fuori, quindi in questo senso prima o poi questa esigenza arriverà. O la Chiesa decide di farlo per conto suo e decide di ordinare indagini a persone indipendenti come è successo in Germania, in Francia, come adesso sta facendo anche la Conferenza episcopale portoghese , oppure a un certo punto sarà costretta perché lo Stato, o chi per lo Stato, adita a sé questo tipo di processi. L’alternativa è cominciare noi una vera luce o saranno altri a gestire e maneggiare questa vicenda”.
Dunque affidarsi alle reti di ascolto avviate dalle diocesi non basta, non basterebbe, anche se sarebbe un inizio, ma non basterebbe perché “molte vittime non si fidano più di un centro di ascolto della Chiesa”.