“Potrebbe tornare a essere necessario, dobbiamo immaginarle come ipotesi ma speriamo che restino nel cassetto”. Questa l’opinione del virologo e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, Fabrizio Pregliasco, intervistato dall’AGI.
“I modelli matematici – aggiunge Pregliasco – ci dicono che ci sarà un incremento dei casi di covid fino a fine novembre, con punte massime di 90 mila casi. Ma in proporzione i casi gravi saranno inferiori rispetto al passato”. Insomma, “spero che si tratti di un’onda, non di un’ondata, perché rispetto al passato ci sono più vaccinati e guariti. Anche se anziani e fragili dovrebbero comunque proteggersi con la quarta dose”. Per il virologo “i casi rilevati sono sottostimati almeno della metà rispetto a quelli reali”.
A più di due anni dall’inizio della pandemia, ci sono dei casi di ‘long covid’ che durano dalla prima ondata del 2020. Secondo il virologo, “non è facile dire quante persone il covid abbia colpito per un periodo così lungo, ma la gran parte di casi si riducono nell’arco dell’anno. Si dice che il covid è una malattia banale, che si prende e finisce lì, invece mica tanto”.
Questi casi “somigliano alla fibromialgia, con effetti di alterazione del sistema immunitario nel lungo periodo, che porta a stanchezza, perdita di concentrazione. Poi c’è anche l’alterazione del gusto e in alcuni casi addirittura della percezione dei colori”. Ma quella del long covid così duraturo è un problema solo della prima ondata? “È da capire. Le prime manifestazioni – conclude Pregliasco – sono state più violente e quindi con maggiori effetti gravi. Ma la storia naturale del covid è ancora da scrivere”.