I nuovi allentamenti alla linea di zero Covid del governo cinese e la possibilità di un declassamento della malattia nelle prossime settimane spingono al rialzo i mercati cinesi e lasciano presagire a un approccio più rilassato in futuro, dopo le proteste anti-lockdown che nei giorni scorsi hanno coinvolto decine di grandi città cinesi. Da oggi, chi deve prendere i mezzi pubblici di diverse grandi città cinesi, tra cui Pechino, Shanghai e Guangzhou, non sarà più tenuto a mostrare l’esito negativo del tampone. A Shanghai è necessario mostrare il codice verde sanitario per prendere i mezzi pubblici, mentre per entrare in luoghi pubblici occorrerà ancora avere un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore.
Altre città di prima e seconda fascia hanno adottato rilassamenti alla politica di contenimento dei contagi: tra queste si segnalano la metropoli di Chongqing – una delle città più colpite dall’ultima ondata di contagi – Tianjin, Chengdu, l’hub tecnologico di Shenzhen, Wuhan, dove il virus venne rilevato per la prima volta, e Zhengzhou, dove ha sede lo stabilimento della Foxconn, che produce il maggiore numero di iPhone al mondo. Dopo le proteste dei giorni scorsi, molte località cinesi hanno allentato la linea di contenimento dei contagi, abolendo lockdown ritenuti non necessari, rilassando la frequenza dei tamponi e permettendo la quarantena domiciliare ai contatti stretti dei contagiati.
Già da gennaio potrebbero esserci significativi allentamenti alla linea di gestione e controllo della pandemia, e già da mercoledì potrebbero entrare in vigore ulteriori allentamenti alla linea rigida di contenimento dei contagi. Secondo quanto riporta il magazine economico-finanziario Yicai ci sarebbero le condizioni per declassare la gestione del Covid-19, grazie all’indebolimento del virus. Pur essendo una malattia categorizzata come B (al pari della Sars, dell’Aids e dell’antrace), la gestione del Covid ha seguito i protocolli di categoria A (quelli utilizzati per la peste bubbonica e il colera) che hanno dato alle amministrazioni locali il potere di mettere in quarantena i pazienti e i loro contatti stretti e di chiudere in lockdown intere aree.
Oltre il 95% dei contagi dell’ultima ondata sarebbero, però, asintomatici o lievi, con un tasso di mortalità molto basso, che non richiederebbe l’adesione ai protocolli più rigidi. Pur su numeri bassi in linea generale, i contagi toccano i picchi dal lungo lockdown di Shanghai nella primavera scorsa, e hanno allarmato le autorità sanitarie. Oggi, la Commissione Nazionale per la Sanità cinese segnala 4.318 nuovi contagi accertati, a cui si aggiungono 25.696 casi asintomatici, mentre il numero di decessi rimane fermo a quota 5.235 dall’inizio della pandemia.
Ogni eventuale approvazione al declassamento della gestione del Covid-19 richiede l’approvazione del Consiglio di Stato, il governo cinese, ma già settimana scorsa, la vice premier uscente, Sun Chunlan, che ha in carico la supervisione della gestione della pandemia a livello nazionale, ha segnalato una “nuova situazione” nella gestione del virus, e pochi giorni dopo, secondo fonti europee, un’altra apertura sarebbe arrivata dal presidente cinese, Xi Jinping, durante i colloqui a Pechino con il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Xi avrebbe citato la dominanza della variante Omicron, meno letale della Delta, come motivazione per l’allentamento delle misure di controllo.
Intanto, gli allentamenti alla linea di tolleranza zero verso il virus hanno fatto rifiatare i mercati. L’indice Hang Seng della Borsa di Hong Kong ha chiuso la seduta con un balzo del 4,51%, mentre a Shanghai l’indice Composite ha terminato la seduta guadagnando l’1,76%. In rialzo anche l’Indice Component della Borsa di Shenzhen, che ha chiuso a +0,92%
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