di Eleonora Marini
Formare i professionisti sulla sanità digitale e sulla telemedicina è l’obiettivo principale del master di secondo livello “Sanità digitale e telemedicina” dell’UniCamillus di Roma. Un approfondimento della conoscenza delle diverse discipline che sono utilizzate nell’ambito della sanità digitale con focus in area medica e in quella dell’assistenza socio/sanitaria tramite l’Information and Communication Technology ICT. Ne parla Sergio Pillon, direttore del master e Vice Presidente di AiSDeT – Associazione italiana Sanità digitale e Telemedicina.
A chi è rivolto il master e quali temi affronta?
Si tratta di un master di II secondo livello perciò è rivolto in particolare alle lauree specialistiche oppure ai giovani dopo la triennale. Si tratta di un percorso formativo pensato per i manager della sanità quindi può essere d’aiuto a tutti i clinici, medici, direttori di una struttura sanitaria o responsabile di un distretto quindi stiamo parlando di figure apicali, che operano nel mondo della sanità, e che ricoprono ruoli di un certo livello. Solitamente proprio più sono alti i livelli, più è alta l’età di chi ricopre questi ruoli e pertanto non parliamo di “nativi digitali”, ma di professionisti autodidatti, che solitamente si aggiornano da soli per stare al passo con i tempi. Ma l’aggiornamento, quando parliamo di telemedicina e sanità digitale, assume un ruolo centrale e la stessa trasformazione digitale richiede competenze specifiche, che non si acquisiscono attraverso l’autoaggiornamento, ma richiedono una formazione universitaria specifica. Ci tengo a sottolineare che si tratta di un master “universitario” dunque a differenza di un master generico attribuisce un titolo europeo post laurea e questo anche in termini concorsuali ha un valore diverso. Oltretutto siamo curiosi di capire come si comporterà il nuovo governo e cosa sarà stabilito, ma già da ora una certificazione di competenze digitali diventerà un titolo abilitante per ruoli apicali in sanità. Dunque il master ha l’obiettivo di offrire aggiornamento, conoscenza e competenza, ma rappresenta anche una carta in più in caso di partecipazione ai concorsi in sanità.
Perché per un professionista della sanità è importante formarsi proprio sulla telemedicina?
La telemedicina è un ambito talmente nuovo, che richiede una visione d’insieme più ampia. Richiede altresì di aprirsi a nuove metodiche e a nuove competenze. La medicina è una scienza che presuppone aggiornamenti continui e continue scoperte: pensiamo ad esempio alla tac, che in passato non esisteva e si facevano le stratigrafie, oppure alla misurazione della pressione prima che arrivasse l’Holter. Con questo voglio dire che l’innovazione tecnologica da sempre accompagna la vita professionale del medico e del professionista della sanità, ma contestualmente è necessario aggiornare le proprie conoscenze. Non occorre parlare di “telemedicina” in termini generale, ma piuttosto si devono considerare le diverse specifiche: la tele visita, il tele consulto, la tele assistenza, il tele screening, la tele riabilitazione e potremmo continuare ancora. Il medico deve conoscere ogni ramo per poter applicare le stesse conoscenze alla vita professionale e nel rapporto con il paziente. L’aggiornamento e la formazione sono imprescindibili.
L’implementazione della telemedicina passa anche da iniziative come questa, ovvero investendo sulla formazione?
Non esiste convegno o ministro o sottosegretario che non ribadisca puntualmente quanto le competenze digitali del personale sanitario siano l’elemento chiave per il presente e per il futuro, ma concretamente bisogna ancora fare molto. Prima che cadesse il governo, avevamo lanciato un’iniziativa con l’ex ministra dell’università e della ricerca, Maria Cristina Messa, affinché le università si mettessero alla guida dello sviluppo delle competenze digitali. Anche per il futuro sarà fondamentale trovare degli strumenti adeguati a formare i medici perché il digitale sarà sempre di più al centro. Per quanto riguarda il master “Sanità digitale e telemedicina” dell’UniCamillus abbiamo scelto la formula delle lezioni online, di sabato mattina, proprio per agevolare il professionista che lavora tutta la settimana; prevediamo almeno il 70% della presenza ed alla fine avviene la “masterizzazione” perché è un titolo a tutti gli effetti, il titolo più alto che si possa avere dopo la specializzazione.
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