L’improvvisa rinuncia di Pechino alla politica «zero Covid» potrebbe comportare il rischio di un altissimo numero di vittime per la malattia, fino a circa un milione di morti. L’ipotesi è contenuta in un nuovo studio realizzato da tre professori di Hong Kong divulgato su Medrxiv e citato dalla Cnn. Per circa tre anni, il governo cinese ha imposto rigidi lockdown, quarantene centralizzate, test di massa e rigorosi tracciamenti per seguire l’andamento del virus. Poi di fronte al dilagare delle proteste contro misure di contenimento che hanno avuto pesanti ripercussioni sull’economia e sulla vita quotidiana, questa strategia è stata abbandonata.
L’allarme sul rischio del dilagare dei contagi è legato al fatto che l’improvvisa revoca delle misure non segue l’adozione di campagne di vaccinazione degli anziani o potenziamento delle capacità di ricovero negli ospedali o incrementi delle scorte di antivirali. In queste condizioni, la riapertura su scala nazionale potrebbe provocare fino a 684 morti per milione di abitanti, stando alle proiezioni realizzate da tre professori di Hong Kong. Se si considera che la popolazione cinese conta 1,4 miliardi di persone, le vittime potrebbero raggiungere il numero di 964mila.
Questo scenario catastrofico, osservano gli autori dello studio, potrebbe essere evitato se la Cina rafforzasse la sua politica vaccinale e ricorresse agli antivirali. Con una copertura vaccinale dell’85% (quarta dose) e il ricorso agli antivirali nel 60% dei casi, il numero dei decessi potrebbe scendere del 26-35%, stando allo studio.