Covid-19 non è finita e il cambio di linea di Pechino con la linea ‘zero covid’ rischia di provocare nuovi incendi. La Cina ha fatto quello che i sovranisti di tutto il mondo – italiani ovviamente compresi – chiedevano ed è successo il disastro: niente restrizioni, niente prudenze, niente obblighi. E così il virus ha ripreso a correre e chissà se produrrà altre varianti che renderanno inefficaci i vaccini.
Il Covid continua a travolgere la Cina in una corsa ai contagi che sembra inarrestabile. Tanto che nella provincia di Henan, una delle più popolose del Dragone, quasi 9 residenti su 10 sono stati infettati, secondo un funzionario della sanità regionale. Per la precisione, l’89% della popolazione è rimasta contagiata dal virus dal 6 gennaio, pari a circa 88,5 milioni di persone sui quasi 100 milioni di abitanti. E mentre la Cina fa i conti col rimbalzo senza precedenti della pandemia, a spaventare sempre di più il mondo è la variante Kraken, responsabile del 27% dei contagi dell’ultima settimana in Usa e che rischia di causare un aumento dei casi anche in Europa, secondo il centro europeo Ecdc.
Dopo tre anni di restrizioni tra le più draconiane al mondo, dal mese scorso la Cina ha bruscamente revocato la maggior parte delle sue misure sanitarie contro il coronavirus. Per ultima, la quarantena nei famigerati Covid hotel per i viaggiatori internazionali, anche se rimane l’obbligo di un tampone negativo da effettuare nelle 48 ore prima del viaggio. Da dicembre, il numero dei pazienti nel Dragone è cresciuto in modo esponenziale, mentre il sistema sanitario è al collasso per l’aumento dei pazienti anziani. E i crematori appaiono sopraffatti dall’afflusso di corpi, anche se le cifre ufficiali parlano di poche decine di decessi dopo che la Cina ha rivisto i suoi criteri per il conteggio delle vittime del coronavirus a dicembre, escludendo dall’elenco un gran numero di decessi in precedenza attribuiti alla pandemia. Come se non bastasse, le autorità prevedono un’ulteriore ondata di contagi durante il capodanno lunare – il 22 gennaio di quest’anno – quando milioni di cinesi torneranno dalle città nelle zone rurali per ricongiungersi alle loro famiglie. Con l’avvicinarsi delle celebrazioni, sabato sono stati registrati più di 34 milioni di viaggi, nel primo giorno della più grande migrazione dell’anno nel Paese.
Intanto negli Stati Uniti continua a crescere l’impatto della variante XBB.1.5, soprannominata Kraken. Secondo l’ultima rilevazione dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, nell’ultima settimana la temibile variante è stata responsabile del 27,6% dei contagi, e tallona la sotto-variante BQ.1.1 che resta ancora dominante con il 34,4% delle infezioni. Secondo i dati dei Cdc, Kraken era già presente in Usa a ottobre, ma è solo da inizio dicembre che ha iniziato la sua corsa che l’ha portata da un 4,3% dei contagi nella settimana conclusasi il 10 dicembre al 27,6% in quella chiusa il 7 gennaio. Kraken preoccupa anche il Giappone, dove nell’ultima settimana sono aumentati i casi di Covid, mentre nei giorni scorsi, l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha dichiarato che «esiste la possibilità che questa variante possa avere un effetto sulla crescita del numero di casi di Covid-19» anche in Europa. Non però nell’immediato, dato che Kraken è presente a livelli molto bassi nel Vecchio Continente.
In Italia risale intanto la curva dei casi, aumentati dell’11,4% nella settimana dal 30 dicembre al 5 gennaio rispetto a quella precedente, secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe. Nello stesso periodo, i decessi hanno segnato un ulteriore aumento del 9,8% e ormai da quattro settimane sono più di 100 al giorno. Diminuiscono invece del 6,9% i ricoveri nei reparti ordinari, mentre restano stabili quelli nelle terapie intensive, con un aumento dell’1,6%. E mentre la fondazione segnala che sono ancora 11,7 milioni gli anziani senza quarta dose del vaccino nel nostro Paese, il presidente Nino Cartabellotta mette in dubbio l’efficacia dello screening dei viaggiatori in arrivo dalla Cina negli aeroporti come metodo per arginare la circolazione virale. «L’unica reale utilità di questi screening è quella di identificare precocemente nuove varianti», sostiene l’esperto, sottolineando che la situazione richiede «il potenziamento di alcune strategie di sanità pubblica», quali il rafforzamento delle attività di sequenziamento e l’aumento della copertura vaccinale.
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