Le strutture che si trovano all’estremità dei cromosomi, i telomeri, producono due proteine chiave per i tumori e l’invecchiamento: a scoprire questa nuova importante caratteristica dei telomeri è stato un gruppo di ricerca guidato da Jack Griffith e Taghreed Al-Turki, dell’Università del North Carolina, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas).
Scoperti un’ottantina di anni fa i telomeri sono costituiti da brevi sequenze di Dna, in particolare da 6 ‘lettere’ (TTAGGG), ripetute migliaia di volte che hanno la funzione di proteggere le parti terminali del genoma, come una sorta di cappuccio protettivo. Fino a pochi anni fa si riteneva che i telomeri avessero appunto una mera funzione di protezione – scoperta per cui nel 2009 Elizabeth Blackburn insieme a Carol Greider e Jack Szostak ricevettero il premio Nobel per la Medicina – ma alcuni recenti studi hanno dimostrato che queste strane sequenze avrebbero anche un ruolo attivo nei meccanismi di invecchiamento cellulare.
A tutto questo si aggiungere ora che i telomeri conterrebbero anche le informazioni necessarie alla produzione di 2 proteine chiamate VR (valina-arginina) e GL (glicina-leucina), una delle quali sarebbe molto abbondante in alcuni tipi di cellule tumorali umane.
Proteine molto semplici ma che sono in grado di innescare l’attività di altre proteine presenti all’interno delle cellule. “Pensiamo – ha detto Al-Turki – che sia possibile che con l’avanzare dell’età la quantità di VR e GL nel nostro sangue aumenti costantemente. Le due molecole potrebbero essere potenzialmente un nuovo biomarcatore per misurare l’età biologica, differente dall’età cronologica”.
“Fino a poco tempo fa si riteneva che i telomeri fossero sequenze genetiche piuttosto ‘noiose’ – ha commentato Fabrizio d’Adda di Fagagna, dell’Istituto Airc di Oncologia Molecolare (Ifom) – le si riteneva infatti delle sequenze ripetitive con una funzione puramente strutturale, ossia per tenere compatti e protetti i cromosomi. Ma quest’immagine sta ora cambiando perché scopriamo gradualmente che hanno un ruolo più attivo del previsto”.
A contribuire a comprendere meglio il ruolo dei telomeri erano stati alcuni anni fa anche ricercatori dell’Ifom, che avevano dimostrato il ruolo di queste sequenze genetiche in alcuni dei meccanismi di allarme che determinano l’invecchiamento delle cellule.
“Ora si è fatto un ulteriore passo in avanti perché si dimostra che i telomeri portano alla sintesi di proteine molto semplici, peptidi”, – ha aggiunto il ricercatore italiano. Se tutto questo venisse confermato, la presenza nel sangue di alti livelli di questi peptidi potrebbe essere un indicatore dell’insorgenza di alcune forme tumorali e, più in generale, un indicatore affidabile dell’invecchiamento delle cellule del corpo umano.