Al Rizzoli di Bologna, Istituto Ortopedico di rilevanza internazionale, una ragazza di 16 anni ha definitivamente risolti dei gravi problemi alla schiena grazie a un intervento straordinario. La giovane Linda è stata operata dall’equipe della Chirurgia Vertebrale diretta dal dottor Alessandro Gasbarrini per curare una grave forma di scoliosi e cifosi: dall’ospedale è uscita più alta di 15 centimetri e il suo problema alla schiena dovrebbe essere stato risolto per sempre.
“E’ stato complesso e delicato – ha spiegato Alessandro Gasbarrini, direttore della Chirurgia vertebrale – perché l’incurvatura arrivava a piegare la colonna vertebrale di 90 gradi: immaginate la colonna che di norma è dritta e invece a metà schiena devia formando un angolo retto. A questo si sommava un’ulteriore deviazione dell’osso piegato in avanti nella cassa toracica”.
Ci sono volute sette ore per riportare la schiena gravemente colpita da una forma combinata di scoliosi e cifosi – cifoscoliosi idiopatica – alla sua posizione naturale, aumentando l’altezza della ragazzina di 15 centimetri ed eliminando le cause di anni di dolore e progressive limitazioni ai movimenti e di rischi sempre più alti di compromissione di organi vitali.
Durante l’intervento è stata rimossa una vertebra toracica e sono state inserite viti e barre metalliche nelle vertebre vicine per mantenerle nella posizione corretta. La vertebra rimossa è stata sostituita con una protesi vertebrale in titanio. “Quando ho ricevuto il selfie del ‘prima e adesso’ abbiamo condiviso un momento di intensità particolare”.
All’arrivo in reparto, dopo cinque giorni in terapia intensiva post intervento, la 16enne si è potuta alzare in piedi: è subito iniziato il percorso di riabilitazione, proseguito poi a casa. Oggi è di sole due sedute alla settimana, perché la paziente ha recuperato la funzionalità completa essendosi il corpo abituato alla nuova anatomia della schiena, mentre prima di essere operata faticava anche a lavarsi i capelli da sola.
“Per sottoporsi a un intervento come questo negli Stati Uniti d’America serve oltre un milione di dollari – ha detto il direttore generale del Rizzoli Anselmo Campagna. – Può sembrare incredibile ma abbiamo visto i preventivi fatti a nostri pazienti che prima di arrivare al Rizzoli, ospedale di ricerca pubblico, si sono rivolti a centri nordamericani”.