Il punto della situazione tra Big tech e Neuralink

Negli ultimi mesi, l’IA e le tecnologie avanzate come le interfacce cervello-computer sono diventate protagoniste del dibattito globale, con le big tech impegnate a rispondere a sfide legate alla privacy, alla sicurezza e all'affidabilità.

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7 Settembre 2024 - 11.13 Culture


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di Francesca Anichini

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Negli ultimi mesi, l’IA e le tecnologie avanzate come le interfacce cervello-computer sono diventate protagoniste del dibattito globale, con le big tech impegnate a rispondere a sfide legate alla privacy, alla sicurezza e all’affidabilità.

L’intelligenza artificiale continua a monopolizzare l’attenzione mondiale ed aziende come Meta e Microsoft sono sempre piùimpegnate ad affrontare le nuove regolamentazioni e ad espandere le loro capacità tecnologiche. Allo stesso tempo, Neuralink, la startup di Elon Musk, compie passi da gigante nel campo delle interfacce cervello-computer, aprendo nuovi scenari che potrebbero trasformare radicalmente il nostro rapporto con le macchine.

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In Brasile, Meta ha accettato le richieste delle autorità nazionali di informare gli utenti sull’uso dei dati personali per addestrare l’IA. Dopo la sospensione temporanea imposta a luglio dall’Autorità nazionale per la protezione dei dati (ANPD), Meta ha informato via e-mail gli utenti per consentire loro di decidere sull’uso delle proprie informazioni. Questa mossa segue una tendenza più ampia che coinvolge anche la piattaforma X di Elon Musk, bloccata in Brasile per problemi simili legati proprio alla gestione dei dati.

Microsoft ha ottenuto il via libera dall’Autorità antitrust britannica per continuare a reclutare talenti nel settore dell’IA. Oltre a espandersi, Microsoft lavora attivamente per migliorare l’affidabilità dei propri sistemi di IA, come Copilot, cercando di ridurre le cosiddette “allucinazioni” nei modelli che generano risposte errate. Ciò sottolinea l’importanza di creare strumenti capaci di riconoscere le proprie limitazioni e chiedere aiuto quando necessario.

Dall’altra parte del mondo, la California è in procinto di approvare leggi per regolamentare l’IA, con l’obbligo per le aziende di testare pubblicamente i protocolli di sicurezza dei propri modelli. Elon Musk ha espresso il suo sostegno, mentre altre aziende come OpenAI e Google temono che regolamentazioni frammentate possano rallentare lo sviluppo. OpenAI, simbolo dell’IA avanzata, è al centro di un nuovo round di finanziamenti che potrebbe portare la sua valutazione oltre i 100 miliardi di dollari, con investitori come Apple e Nvidia pronti a scommettere sul futuro dell’intelligenza artificiale.

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Mentre le bigh tech affrontano le sfide della regolamentazione e della trasparenza, Neuralink di Elon Musk sta puntando su un’altra frontiera dell’innovazione: le interfacce cervello-computer (BCI). Dopo anni di sperimentazione su animali, Neuralink ha ottenuto l’approvazione della FDA per avviare i test su esseri umani. I primi risultati sono promettenti, con pazienti in grado di svolgere attività complesse come giocare a videogiochi o progettare in 3D, utilizzando solo il pensiero.

Il sistema N1 di Neuralink si basa su un chip impiantabile collegato a sottilissimi fili che, grazie a un robot chirurgico, vengono inseriti nel cervello per captare i segnali neurali. Questi vengono trasmessi a un’unità esterna per essere decodificati, aprendo potenzialmente la strada a un’ampia gamma di applicazioni mediche, come il trattamento delle disabilità motorie o delle lesioni spinali.

Tuttavia, come sottolineato da molti esperti, queste tecnologie pongono anche seri rischi, tra cui il timore di “brain hacking” e le questioni etiche legate all’alterazione delle capacità umane. 

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Da una parte, abbiamo le Big Tech come Meta, Microsoft e OpenAI, che stanno cercando di bilanciare la crescita dell’IA con la necessità di rispettare regolamentazioni sempre più stringenti, soprattutto in merito alla privacy e all’uso dei dati. Dall’altra, Neuralink che apre una nuova frontiera di rivoluzioni e innovazioni nei campi della medicina e dell’interazione uomo-macchina. Le prossime sfide tecnologiche, normative ed etiche determineranno se il sogno di una simbiosi uomo-macchina potrà davvero realizzarsi, mantenendo però al sicuro i diritti e la privacy degli utenti.

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