Doppi incarichi, la rinuncia a metà della Berlinguer

La direttora del Tg3 fa sapere di aver chiesto una deroga per apparire in video negli Speciali. Ha lasciato solo la conduzione di Linea Notte. Gubitosi cosa dice?

Doppi incarichi, la rinuncia a metà della Berlinguer
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15 Marzo 2013 - 17.22


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di Ginevra Derivi

Un dirigente di via Mazzini ora in pensione, e che ne ha viste tante, e di tanti potrebbe scrivere il vero “curriculum”, quando legge le notizie sui doppi incarichi in Rai, dice: “Sapete quando e per chi é stato inventato il”cumulo di incarichi”? Tanto, tanto tempo fa per la giovane Bianca Berlinguer si determinò il doppio incarico di inviato e conduttore. Appena arrivata al Tg3 non la si poteva fare caposervizio perché avrebbe dovuto fare la line, e inviato più conduzione dava meno nell’occhio… In realtà, anche inviato poco, mi pare…” aggiunge il dirigente in pensione che ha in testa vita, e soprattutto”miracoli”, di uomini e donne Rai. E sfogliando le cronache sulla cattiva salute del Cavallino, aggravata da sprechi e capricci, aggiunge, “E direttore senza mai essere stata caposervizio o avere svolto alcuna funzione di line…”. Il dirigente in pensione chiude le pagine di Repubblica alla pagina con l’articolo sui doppi incarichi e guadagna il bar di piazza Mazzini, per la colazione.

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Si parla delle scelte di Berlinguer, Vianello, Giacobbo, Paragone, Susanna Petruni, che per continuare a fare il vice direttore é stata costretta a lasciare la conduzione. Paragone ha preferito il video, ma ha dovuto lasciare la vice direzione di Rai2, Vianello ha lasciato la conduzione di Agorà, Giacobbo, vicedirettore di Rai2 spera ancora.

Uno dei primi romanzi di Andrea Camilleri si chiama”La concessione del telefono”. A leggere l’intervista a Repubblica della Berlinguer sulla necessità di lasciare uno dei due incarichi da lei ricoperti si potrebbe titolare “La concessione (e cessione) del video (solo a tarda sera)”.

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Repubblica parla di “caso Berlinguer”. Ai primi di marzo l’Usigrai, dopo un congresso nazionale nel quale era stato sollevato il”caso Tg3″; ai primi di marzo, dicevamo, il sindacato dei giornalisti Rai, col suo segretario, Vittorio Di Trapani, aveva chiesto al Direttore Generale il completo rispetto della regola dettata dallo stesso Gubitosi sui doppi incarichi. Alla scadenza, al Tg1 erano scattate le rinunce e le opzioni, al Tg3 no. Berlinguer in video oltre la scadenza. Sconfinamento nei giorni scorsi denunciato dal sindacato nel corso della periodica riunione paritetica tra Usigrai e Azienda, con la richiesta sindacale di avere un chiarimento definitivo da Gubitosi in persona, che nel frattempo tace.

La Berlinguer dice: “Ho chiesto la deroga per andare in video, prevista peraltro dalla direttiva del Direttore Generale, dal momento che ci sono state le elezioni, la nomina del Pontefice, e ci aspetta un periodo politico complicato”. Al Tg3 vorrebbero far notare che quella del Pontefice non é stata una “nomina”, come si fa in Rai con i direttori, ma una elezione sulla quale pesa anche la volontà divina. Non é un dettaglio. E ricordano anche la sera della “nomina”del Papa al Tg3, con qualche passaggio approssimativo e con quell’abbandono di piazza San Pietro nel momento di maggiore patos, quando si attendeva che il nuovo Pontefice si affacciasse. Unico Tg, forse al mondo, che lasciava la forte emotività dell’attesa per il Papa per andare “alle altre notizie più importanti del giorno”. La politica italiana naturalmente. E tutto, mentre i Tg regionali aspettavano, pazientemente e inutilmente la linea; pazienza che non avrebbero perso se tutto fosse accaduto per restare in piazza San Pietro. E invece, la Testata regionale della Rai ha perso la pazienza, anche perché non perdonano i trascorsi rapporti pessimi col Tg3 della Berlinguer.

Il direttore del TG promette di apparire solo negli Speciali, quindi non in orario. Ma conoscendo quanto valga anche un semplice peto della politica, al Tg3 prevedono che non se lo lascerà sfuggire, prevedono una quotidianità degli Speciali.

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“La mia presenza in video non comporta aggravi economici per l’azienda – chiude la Berlinguer – Non costituisce un blocco della mobilità interna: con la mia direzione sono entrati molti volti nuovi”. Ci mancherebbe pure che la Rai la pagasse ulteriormente, dicono al Tg3. In quanto ai volti nuovi, è vero, ma è anche vero che nella rappresentazione manca l’elenco di chi è stato fatto fuori o messo in disparte per ragioni che sindacato, Commissione paritetica, studi legali e giudice del lavoro potrebbero non condividere.

Sulla deroga, infine, l’Usigrai vuol saperlo dal Direttore Generale. “Lasciare la conduzione di Linea Notte, solo di Linea Notte – dice uno del Tg1 interessato all’evolversi della vicenda – sembra l’osso lanciato al cane per distoglierlo. Parli, e chiaro, Gubitosi”.

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