Bancifiori è accusato di associazione a delinquere finalizzata a delitti tributari, emissione di fatture relative a operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta e corruzione.
Su richiesta del pm Paolo Ielo il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha arrestato il manager David Biancifiori, una persona ritenuta a lui vicina e un militare della Guardia di finanza, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sugli appalti tv.
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere il gip Luigi Balestrieri ipotizza le accuse di associazione a delinquere finalizzata ad “una pluralità di delitti tributari” tra cui “l’emissione di fatture relative a operazioni inesistenti”, la “dichiarazione fraudolenta” e la corruzione. Il fascicolo riguarda, nel suo complesso, oltre 40 persone, tra cui funzionari e dirigenti di Rai, società del gruppo Mediaset, La7 e Infront.
I fondi neri. Le verifiche delle Fiamme gialle sono partite dalle società “Di and Di lighting & Truck” e “Di.Bi. Technology”, con cui Biancifiori fornisce gruppi elettrogeni, scenografie, impianti audio e regie mobili. Nel provvedimento il giudice contesta all’imprenditore di aver frodato il fisco grazie all’emissione di fatture relative a operazioni inesistenti per diversi milioni di euro. Sarebbero stati costituiti così i fondi neri utilizzati tra il 2009 e il 2013 per “ricompensare” funzionari e dirigenti tv con denaro, vacanze, biglietti aerei, regali, assunzioni di familiari. In cambio Biancifiori, insieme al fratello Danilo, avrebbe ottenuto il monopolio dell’organizzazione di diversi eventi televisivi, compreso il Festival di Sanremo.
Oltre che in Rai, l’imprenditore avrebbe vinto alcuni appalti a suon di mazzette anche a Mediaset, La7, Infront (la società che, tra l’altro, gestisce i diritti tv del campionato di calcio) e Palazzo Chigi.
I versamenti.
Da alcuni mesi Biancifiori era ai domiciliari, ma in più circostanze avrebbe comunicato con l’esterno violando le regole, cosa che ha indotto la procura di Roma a chiedere che finisse in cella. Con lui sono finiti in carcere l’imprenditore Giuliano Palci e il finanziere Pietro Triberio: quest’ultimo, in cambio di una tangente, avrebbe ammorbidito una verifica fiscale. In particolare nel provvedimento si legge “che nel periodo tra il 2008 e il 2013 (il militare) aveva effettuato versamenti in contanti sui conti correnti nella propria disponibilità per un ammontare complessivo di oltre 360 mila euro, con un “picco” proprio nel 2011, allorquando aveva versato in contanti 143 mila euro, del tutto ingiustificati rispetto ai modesti redditi da lui dichiarati”.
Palazzo Chigi.
Tra gli indagati anche Roberto Gasparotti, già curatore dell’immagine televisiva di Silvio Berlusconi, e Giovanni Mastropietro, ex direttore della fotografia del leader di Forza Italia. Ma ci sono pure i nomi di Antonio Ragusa, ex capo del dipartimento Risorse strumentali della presidenza del Consiglio, Maurizio Papitto, responsabile dei servizi informatici di Palazzo Chigi, e di Cesare Quattrociocche, dipendente Rai, padre dell’attrice Michela sposata con il calciatore Alberto Aquilani.