Odio Razziale per i titoli su malaria e migranti: Amnesty denuncia Libero e Tempo
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Odio Razziale per i titoli su malaria e migranti: Amnesty denuncia Libero e Tempo

I due giornali di destra hanno fatto delle aperture a dir poco vergognose sulla bambina morta.

Scritte razziste
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6 Settembre 2017 - 14.36


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Uno squallore unico. E, purtroppo, uno squallore che si ripete. La vergogna si è abbattuta sui titoli di apertura di Libero e de Il Tempo dedicati alla bambina morta di malaria nell’ospedale di Trento.
Nel numero in edicola oggi, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri e Pietro Senaldi titola: “Dopo la miseria portano malattie” e il catenaccio dello stesso titolo “Immigrati affetti da morbi letali diffondono infezioni…”. Allo stesso modo il quotidiano romano in edicola oggi titola: “Ecco la malaria degli immigrati”.

Le associazioni Articolo 21, A mano disarmata, Progetto diritti, la Rete Nobavaglio e Amnesty International Italia hanno dato mandato ai loro legali di studiare la possibile presentazione di un esposto-denuncia alla magistratura contro i due quotidiani per violazione della legge 25 giugno 1993, n. 205 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali; nonché per violazione dell’articolo 658 del Codice Penale (procurato allarme).
“Titoli e sommari – hanno spiegato le associazioni – prendono spunto da un’ipotesi tutt’altro che dimostrata e che invece viene data per certa e non trovano riscontro in notizie accertate, né per altro si possono configurare come “opinioni” affermando la fattualità di accadimenti mai avvenuti. Come cittadine e cittadini prima ancora che come professionisti dell’informazione, siamo per la libertà di espressione tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione, ma siamo anche per il rispetto delle leggi e soprattutto siamo a favore di una libera informazione che tuteli il bene primario della democrazia: la verità. Chiediamo a cittadini, associazioni e forze politiche di unirsi a noi in questa battaglia di civilta’”.
Sono tante le voci di protesta anche su Facebook, che accusano le testate di razzismo e contestano le tesi sulla trasmissione del morbo da loro sostenute. “Sono contro le censure e le denunce, la mia libertà è la loro – scrive ad esempio il direttore del TgLa7 Enrico Mentana -, ma i titoli di stamattina di Libero e del Tempo sono lontanissimi dalla verità, e incitano i lettori a brutti pensieri”.

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