Il ragazzo importunato da Salvini su La7 mentre la Rai ha avuto paura di fare il suo mestiere
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Il ragazzo importunato da Salvini su La7 mentre la Rai ha avuto paura di fare il suo mestiere

Yassin ha incontrato l'inviato di Piazzapulita de La7. Ma il Servizio pubblico si è ben guardato dal fare un approfondimento su questa vicenda. E ci immaginiamo il perché...

Salvini al citofono
Salvini al citofono
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30 Gennaio 2020 - 16.33


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di Adelmina Meier
La storia la sappiamo, è squallida, e sappiamo pure come è finita, elettoralmente parlando. La città è Bologna, il quartiere è il Pilastro. Matteo Salvini in quello stato di eccitazione che gli ha fatto sentenziare “Stravinceremo”, è accompagnato da una donna tra i palazzi del quartiere fino a quella casa e a quel citofono. Indirizzati – pare – da un carabiniere con un passato discutibile. Salvini, seguito da uno stuolo di giornalisti e telecamere ( alcuni/e al suo seguito h24 ), Salvini, dicevamo, suona il campanello, e a chi gli risponde dice “Lei spaccia?”, facendo suo ( lui ex ministro dell’Interno ) una discutibile e “deviata” convinzione della piccola “folla” che lo circonda e che qui lo ha portato, esaltata dal clima di caccia alle streghe che il leader leghista non ha mai pensato di scoraggiare.
Questi i fatti. Sappiamo che chi ha suonato al citofono da qualche giorno si lecca le ferite del “tamponamento” subito. Sappiamo anche che l’Arma sta facendo luce su cosa abbia mosso il carabiniere sotto esame. Sappiamo come il Pilastro e Bologna hanno risposto alla volgare, oltraggiosa e laida provocazione.
Ebbene, oggi il ragazzo lo ha incontrato l’inviato di Piazzapulita de La7. E il ragazzo, con calma, faccia pulita e un italiano che Salvini se lo sogna, ha detto che quei pochi minuti di citofonata hanno rischiato di rovinargli la vita, lui che non spaccia proprio, che è pulito, lui che studia e gioca a calcio. Anche bene, tanto che se ne sono accorti i dirigenti delle giovanili della Nazionale, che lo hanno convocato.
Intervistato da La7, dicevamo, solo da La7, non dalla Rai, sai suoi Tg, dai suoi tanti approfondimenti, non dalla radio. Ignorato, il ragazzo, dalla stessa TgR Emilia Romagna, che a Bologna – presumo -avrò una grande redazione. Eppure, c’è da giurare, la Rai al Pilastro c’era quando l’ex ministro dell’Interno ha fatto la bravata di citofonare al ragazzo, violando un bel pò di regole.

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Lo hanno ripreso, hanno registrato la sua risata, anche la risata ruffiana  di chi lo accompagnava e di chi documentava il vomitevole gesto. Improbabile che non ci fosse la Rai.
Quel giorno, quanti erano gli inviati al seguito di Salvini; inviati di radio e tg e di altri approfondimenti? Facile da sapere, solo se lo si vuole. Facile anche intuire perché mai, girate le spalle Salvini, non uno di loro, lo stesso giorno, l’indomani o nei giorni seguenti, abbia ritenuto di contattare il ragazzo per sapere da loro cosa pensassero della violazione della privacy da parte del leader leghista. Il campanello era lì, lo stesso Salvini lo aveva indicato agli astanti, perché non cercare e sentire le ragioni di chi era dall’altra parte del citofono? Perché non tornarci quanto si è saputo che in quel palazzo, a quel citofono proprio non c’erano spacciatori, ma gente onesta che non conosce la droga e non si occupa di paradisi fiscali dove nascondere magari un bel malloppo, magari 49 milioni. Il cinquantesimo, mancia!
Perché La7, dunque, e non la Rai? Forse a qualcuno, o a tanti, in Rai ha fatto paura smontare il teatrino di Salvini ? Ah, saperlo…

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