Buonista? Sì ma questa volta tira fuoti gli artigli: “Forse non sono vissuto come un professionista della tv, ma come un avversario politico”. Fabio Fazio, intervistato da ‘il Fatto Quotidiano’, ritiene che sia questa la ragione per quale gli fanno la guerra. Ma allora frequenta politici? “Li vedo solo in trasmissione. Eppure mi riservano un trattamento che ho visto solo su Sanremo, ogni tanto su Benigni”. Beh, un tempo pure verso Santoro…”Sì, ma con un programma diverso – fa notare il conduttore – Il problema è lo stile che porto in tv, definito ‘perbenismo culturale’, ‘buonismo’”.
Tornando agli attacchi, “ha iniziato Anzaldi e poi il ministro dell’Interno – li ripercorre Fazio – Carlo Verdelli, nel suo ultimo libro, ha definito la Rai ‘la torta nuziale della politica’. Definizione così perfetta da non lasciare spazio a soluzioni: la salvezza non può arrivare da chi la gestisce. Adesso basta. Non accetto più certe situazioni; quando ho intervistato Macron non hanno mandato in onda gli spot, né mi hanno rimborsato il viaggio, e ho avuto un servizio del Tg2 contro. Voglio essere trattato da professionista che lavora in Rai”.
“Ho un contratto ancora per un anno e sto lavorando a un nuovo progetto per Rai3: una storia agiografica della tv per il 2021-’22. Ma non è scontato il prolungamento del contratto oltre la scadenza del 2021”. E i politici la chiamano? “Salvini l’ho invitato decine di volte, mai venuto; la Meloni l’ho ospitata quest’ anno. Ma non sento alcun decisore per gli auguri di Natale”. Con chi si confronta sul prodotto? “Con me stesso, gli autori, mia moglie”.
Niente Rai? “Lì non si parla più di prodotto. Non sai con chi parlarne. Peccato, ci sarebbero tante cose divertenti da progettare”. Il rapporto con Salini? “Incontrato una volta quando mi ha chiesto la cortesia di passare a Rai2 e di ridurmi il compenso. E un’altra volta tre minuti a Milano”.