Anzaldi: "Lerner e Rizzo Nervo si dimisero dopo un errore, Sangiuliano del Tg2 no"

Il parlamentare di Italia Viva: "La falsa notizia dell'assoluzione di Salvini per Open Arms è il simbolo di un'azienda allo sbando dove nessuno controlla. Ma il direttore scarica la colpa sugli altri"

Maria Antonietta Spadorcia del Tg2
Maria Antonietta Spadorcia del Tg2
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6 Agosto 2020 - 15.10


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Onorevole Anzaldi, lei è intervenuto per denunciare che ancora una volta il Tg2 è stato teatro di un palese errore giornalistico. Stavolta ha “nominato” Sergio Zavoli senatore a vita, una settimana fa invece aveva ribaltato il voto del Senato sul processo a Salvini. Che provvedimenti andrebbero presi?

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“Con i suoi continui errori, gli scivoloni gravissimi, le violazioni del pluralismo e della deontologia sanzionate dall’Agcom, Il Tg2 è il simbolo di un’azienda totalmente allo sbando. In nessun altro caso tutti questi episodi verrebbero lasciati passare impuniti, solo in Rai succede, ed è grave che succeda con i soldi degli italiani. Possibile che nessuno abbia controllato, su Zavoli come sul voto su Salvini? A che serve la lunga e costosa catena di comando? Dopo tutto quello che è successo, in altre aziende, ma anche nella Rai di altri tempi, il direttore avrebbe già rassegnato le dimissioni, o sarebbe stato sollecitato a farlo. Pensiamo al caso di Lerner e Rizzo Nervo: nel 2000 si dimisero dopo un errore commesso dalla redazione per il quale non avevano responsabilità diretta. Ma comunque lasciarono, perché il direttore risponde sempre e comunque di quello che succede. Sangiuliano, invece, ha addirittura scaricato sulla redazione, peraltro dimenticandosi che la giornalista autrice dell’errore è stata pluripromossa proprio da lui. Un atteggiamento imbarazzante”.

“Il caso Zavoli è la goccia che dovrebbe far traboccare il vaso?

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Non so se finalmente succederà qualcosa, di certo inventare la nomina di Zavoli senatore a vita è grave a maggior ragione per una testata Rai perché Zavoli per la Rai è stato un mostro sacro, tutti i giornalisti del servizio pubblico dovrebbero conoscere a memoria la sua carriera perché è uno di coloro che ha scritto la storia di Viale Mazzini. Che lo stesso errore sia stato commesso anche dal Tg1, peraltro a sera dopo un’intera giornata di commemorazione e dopo che l’errore del Tg2 era stato segnalato sulle agenzie, è ancora più grave, addirittura nei titoli sui quali dovrebbe vigere il controllo di direttore, vice direttore, caporedattore, etc. Ho denunciato più volte violazioni, errori e gaffe del Tg1, come del Tg2, ma incredibilmente queste solo le uniche due direzioni che l’amministratore delegato non ha cambiato nella recente tornata di nomine”. 

Non dovrebbe essere la Vigilanza a “vigilare” sull’informazione?

“La commissione di Vigilanza, purtroppo, si è rivelata totalmente impotente, anche per una presidenza che è risultata ampiamente inadeguata. Nessuna delle risoluzioni approvate, anche all’unanimità, è stata applicata dalla Rai. Addirittura quella sui conflitti di interessi di agenti e conduttori, dopo 3 anni di rinvii, è stata rimandata ancora una volta ai palinsesti dell’anno prossimo, quando ci sarà un nuovo amministratore delegato. Un caso senza precedenti di umiliazione del Parlamento, senza che il presidente Barachini abbia concretamente fatto nulla. Pensiamo anche alla risoluzione sull’utilizzo dei social da parte di giornalisti e dipendenti Rai: rimasta totalmente lettera morta, dopo quasi un anno dal passaggio in commissione. Ancora in questi giorni assistiamo a giornalisti che insultano direttori, come ad esempio il caso del giornalista del Tg1 Monfredi contro il direttore del Tg2, senza che succeda nulla”.

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E il caso delle schede di Foa che fine ha fatto?

“Il caso Foa è l’ennesimo esempio di inadeguatezza della presidenza della commissione di Vigilanza. Per la prima volta alcuni giorni fa la maggioranza della commissione ha chiesto di poter visionare le schede, lo abbiamo deciso in ufficio di presidenza, Barachini si era impegnato a tirarle fuori dopo un approfondimento con i presidenti delle Camere, salvo poi rimangiarsi per l’ennesima volta la parola. In quale altra commissione i componenti chiedono a maggioranza di visionare atti parlamentari della commissione e ciò viene loro impedito?”.

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