Il controllo di gestione è un processo aziendale che si compone di strumenti in grado di garantire il controllo sulle azioni che si stanno compiendo e di prevedere eventuali rischi e perdite per l’impresa. Solo intervenendo in maniera tempestiva e resiliente infatti si può recuperare da eventuali danni in maniera veloce ed efficace, altrimenti si rischia di fare entrare l’azienda in crisi.
L’impatto del Covid-19
Il Covid, con il lockdown e la chiusura forzata di numerose attività, ha messo a dura prova i sistemi di gestione delle aziende, evidenziandone anche alcuni limiti. Il primo è relativo alla valutazione dei rischi: in molti casi le prassi di risk management non sono state esaustive e anzi hanno portato le aziende ad una grande sofferenza. Il secondo è la digitalizzazione, che nel nostro Paese ancora fatica a decollare, soprattutto nelle piccole e medie imprese.
Eppure basta informarsi per trovare ottimi software pensati per piccole e grandi attività, in grado di raccogliere e catalogare i dati. Su https://dialog.it/ ad esempio le soluzioni sono suddivise per settore, con ottimi spunti anche per la reportistica, elemento importante che consente di avere un immediato resoconto dell’andamento di una performance.
A proposito di performance, questo tipo di parametro ha inciso molto nelle valutazioni della produttività durante il lockdown. Molte aziende infatti hanno dovuto lavorare in smart working con l’obbligo di dover visionare i dati e fare valutazioni da remoto. Per alcune realtà organizzarsi è stato molto difficile, perché nè i responsabili di alcuni settori dell’attività, nè i dipendenti erano pronti a questa nuova modalità di lavoro.
L’utilizzo di un software di gestione avanzato avrebbe risolto numerosi problemi. I dati relativi agli obiettivi prefissati potevano infatti essere caricati in maniera simultanea e rapida da qualunque postazione, con la possibilità di poter valutare subito l’andamento e capire come muoversi per risolvere eventuali problemi o per incentivare performance che stavano dando risultati positivi.
Questa necessità di organizzare l’azienda in maniera diversa ha tuttavia velocizzato i processi di digitalizzazione e alcune aziende hanno anche colto l’occasione per mettere in atto nuove strategie a puntare su nuovi strumenti, come il digitale e l’intelligenza artificiale. E proprio la digitalizzazione ha consentito di ridurre un gap rispetto ad altre realtà europee che altrimenti si sarebbe raggiunto tra 7-8 anni.
Il post-Covid
L’accelerazione sulla digitalizzazione delle aziende, certamente ci condurrà a un nuovo mondo dopo il post-Covid. Il lavoro sarà sempre più flessibile e alcune mansioni saranno sostituite dai robot. Questo però non deve spaventare, perché i lavori che scompariranno saranno sostituiti da nuove occupazioni, che richiederanno una maggiore specializzazione ma che saranno più numerose rispetto ai posti di lavoro che si perderanno. Secondo le stime, a fronte di una perdita di 70mila posti di lavoro, ci saranno circa 150mila nuove posizioni disponibili. Sarà inoltre fondamentale la customer care, perché sempre più persone acquisteranno online e saranno abituate a farlo. C’è bisogno di avere a disposizione un team che si occupi di rispondere a queste nuove esigenze e di controllare il gradimento attraverso l’analisi dei dati raccolti mediante il sistema di controllo di gestione.
Raccolta, organizzazione e analisi dei dati saranno il grande valore da perseguire nei prossimi anni, insieme ad una specializzazione del personale con conoscenze avanzate nell’ICT.
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