Nell’ultimo anno e mezzo siamo stati costretti ad ascoltare opinioni più o meno condivisibili da parte di personaggi televisivi con una conoscenza della scienza pari a zero, mentre dall’altra parte i virologi provavano a spiegare da quale parte stare, prima con il lockdown, poi con i vaccini e il Green pass.
Un altro spettacolo raccapricciante è stato lo scontro tra il virologo Bassetti e il personaggio tv Paolo Brosio in tema di obbigo vaccinale.
Ciò che più preoccupa è che l’opinione di una qualsiasi persona venga messa sullo stesso livello delle voci degli esperti, con il pubblico che rischia di essere influenzato e seguire l’opinione che magari mette a rischio la loro salute.
“Lo conosce un farmaco che ha il cento per cento di efficacia? Io non lo ho ancora conosciuto. Se lei ce l’ha il farmaco ideale prende il premio Nobel. Perché un antibiotico che funziona al cento per cento non esiste, un anti-tumorale che funziona al cento per cento non esiste, un anti-ipertensivo che funziona al cento per cento non esiste”. La discussione prosegue per alcuni secondi con Paolo Brosio che mantiene la sua posizione scettica riguardo l’eventualità di un obbligo vaccinale (in discussione da settimane, ma più a livello mediatico che a livello governativo).
Ma il discorso di Bassetti contro Brosio prosegue, con i due che continuano ad accavallarsi senza lasciare spazio l’uno all’altro. Il giornalista/opinionista televisivo continua a ribadire la sua contrarietà all’obbligo perché sostiene che il vaccino non dia la certezza (al cento per cento, mantra di questo breve estratto) di non infezione – senza sottolineare l’effetto sulla prevenzione delle forme più gravi della malattia Covid -, mentre l’infettivologo prova a spiegare quali siano i principi alla base di ogni prodotto medicale e farmaceutico: “Questa è la medicina, mi spiace. Sennò si va a chiedere il miracolo a Lourdes. E non non facciamo i miracoli”.
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