Protesta in Rai per Damilano su Rai 3: "Assumono giornalisti esterni e intanto fanno tagli alle redazioni"

Comunicato di protesta del Cdr Rai contro la trasmissione di Damilano annunciata su Rai 3: "Concorrenza interna, Non abbiamo bisogno dell'ennesimo giornalista esterno che collabora con aziende e testate concorrenti"

Protesta in Rai per Damilano su Rai 3: "Assumono giornalisti esterni e intanto fanno tagli alle redazioni"
Marco Damilano
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5 Aprile 2022 - 14.58


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Il Comitato di Redazione della Rai ha rilasciato una nota in cui denuncia la decisione dell’azienda di creare un nuovo spazio per una trasmissione di Marco Damilano su Rai 3: “Non abbiamo bisogno dell’ennesimo giornalista esterno che collabora con aziende e testate concorrenti. Chiediamo all’azienda di conoscere i criteri che hanno portato alla scelta di Marco Damilano per condurre una striscia informativa prevista alle 20.35 su Rai Tre. Chiediamo inoltre di conoscere quali sono i costi che la nuova trasmissione comporterà”.

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“Mentre si chiedono sacrifici alle redazioni, si tagliano edizioni (come recentemente accaduto da ultimo alla Tgr), si limitano o peggio si impediscono gli interventi o le collaborazioni dei giornalisti Rai all’esterno dell’azienda, non si investe in formazione e in sicurezza, come ci insegna la vicenda dei pochi e male equipaggiati inviati in Ucraina, all’inizio della guerra (e solo ora si sta rimediando), al tempo stesso si decide di spendere risorse per una nuova trasmissione d’informazione, affidandola a una figura esterna, come se in Rai e nelle nostre testate non ci fossero già le professionalità e le capacità necessarie, dimostrate più volte” si legge nella nota. 

“La decisione dei vertici aziendali – prosegue il Cdr del Tg1 – è ancora più grave per la coincidenza di orario del nuovo programma con un’edizione di un nostro telegiornale nazionale. Si tratta di un’assurda e inaccettabile concorrenza interna. Per questo, come Cdr del Tg1 ci uniamo alla battaglia dell’Usigrai e dei colleghi del Tg2 nel denunciare l’incoerenza e la totale mancanza di visione di questa decisione aziendale. Il Cdr del Tg1 ribadisce che è inaccettabile da un lato operare tagli all’informazione (dalle edizioni alle troupe) in una presunta ottica di risparmio dei costi e dall’altro assumere esterni a caro prezzo. Uno schiaffo ai danni dei professionisti Rai e uno spreco, quello sì, di denaro pubblico. La decisione di affidare a un collega esterno una trasmissione d’informazione è l’ennesima umiliazione delle nostre preziose risorse interne”. 

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