"Non è un paese per gay", questa sera alle 23.15 su Rai3 il reportage di Chiara d'Ambros e Matteo Delbò

“Non è un paese per gay” è un viaggio in alcuni dei paesi del mondo dove la comunità LGBTQ è colpita da leggi omofobe.

"Non è un paese per gay", questa sera alle 23.15 su Rai3 il reportage di Chiara d'Ambros e Matteo Delbò
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18 Luglio 2022 - 11.56


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Un reportage nei luoghi in cui i diritti delle persone omosessuali sono negati, alla radice. Un viaggio che racconta realtà drammatiche e sconosciute, che meritano di essere portate alla luce. E’ questo il cuore di “Non è un paese per gay”, il nuovo reportage di Chiara d’Ambros e Matteo Delbò per “Il fattore umano”. L’inchiesta andrà in onda questa sera, alle 23.15 su Rai 3.

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“Non è un paese per gay” è un viaggio in alcuni dei paesi del mondo dove la comunità LGBTQ è colpita da leggi omofobe. Secondo il rapporto del dicembre 2020 di Ilga World (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association) 69 paesi membri delle Nazioni Unite continuano a criminalizzare atti sessuali omosessuali consensuali tra adulti. In 6 nazioni è prevista la pena di morte.

In Tunisia le leggi prevedono fino a 3 anni di reclusione per chi viene identificato come persona LGBTQ. E dal 2011 al 2020 secondo l’associazione Damj sarebbero state 2699 le persone arrestate. Lo spazio pubblico non è sicuro per omosessuali, lesbiche e trans in Tunisia, men che meno per gli attivisti che si battono per il riconoscimento dei loro diritti.

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In queste ultimi giorni il presidente tunisino Kais Saied ha presentato una nuova costituzione che verrà votata il 25 luglio, a un anno esatto dal giorno del suo insediamento. Nella nuova costituzione ci sarà spazio per maggiore libertà per la comunità LGBTQ o prevarrà la spinta conservatrice che caratterizza il Presidente?

Le cose non vanno meglio in altri paesi del Maghreb: in Marocco, Algeria e Libia l’omosessualità è vietata. Nemmeno le primavere arabe che nel 2011 hanno portato un forte vento di cambiamento in tutta l’area sono riuscite a smantellare le leggi che risalgono al periodo coloniale e che criminalizzano la comunità LGBTQ.

A fare da guida nel reportage “Non è un paese per gay” lo scrittore marocchino Abdellah Taia che ha subito in prima persona la discriminazione e la violenza in quanto gay. Per lui la questione LGBT+, prima ancora che una questione morale o sociale, è una questione politica. Ovunque c’è ancora molta resistenza rispetto alle rivendicazioni dei gay, denuncia Taia. La questione LGBT+ non è mai una priorità. Lo diventa se la comunità si rende visibile e troppo spesso in questi casi viene attaccata, piuttosto che ascoltata. Succede nel Maghreb, è accaduto in Turchia solo pochi giorni fa.

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