Alla fine degli anni ‘80 l’Italia era la prima potenza europea del settore auto, Fiat ne era alla guida e Torino rappresentava la sua capitale industriale. Oggi si sono perse le menti e i tecnici che l’avevano resa grande, migliaia di posti di lavoro sono scomparsi e in termini produttivi siamo stati superati, ormai, anche da Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca. Dopo la fusione con l’americana Chrysler del 2014, nel 2021 arrivano le nozze con i francesi di PSA da cui nasce Stellantis.
Per John Elkann è “un matrimonio tra pari”, ma il vero centro del gruppo sembra ormai Parigi, anche per la presenza dello Stato francese nel capitale azionario. Una vicenda raccontata da Manuele Bonaccorsi con la collaborazione di Madi Ferrucci nel reportage “Da Stellantis alle stalle” che apre la puntata di “Report” con Sigfrido Ranucci, in onda lunedì 12 giugno alle 21.20 su Rai 3. In Italia decine di migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione e le aziende dell’indotto sono a rischio chiusura, mentre l’azienda progetta nuovi stabilimenti produttivi in Africa e apre una fabbrica di batterie nel nord della Francia.
Con una intervista esclusiva a Nicolas Dufourcq, rappresentante dello Stato francese nel cda di Stellantis, e documenti interni inediti, “Report” spiegherà lo spostamento oltralpe della catena del valore dell’industria automobilistica, nonostante l’ingente quantità di aiuti di Stato ricevuti negli ultimi 30 anni.
Emanuele Bellano – con la collaborazione di Cecilia Bacci, Chiara D’Ambros, Roberto Persia – propone “La mal’aria”: l’inquinamento dell’aria provoca ogni anno in Italia, secondo l’Unione Europea, circa 60mila morti causando malattie non solo all’apparato respiratorio ma anche al sistema cardio-circolatorio. Questo perché dal 2006 le Regioni italiane sforano costantemente i limiti di legge previsti per il particolato e il biossido di azoto. Quali misure sono state prese dalle amministrazioni per tutelare la salute dei cittadini?
Cosa è stato fatto e cosa invece manca all’appello? Report ha ricostruito il sistema di vigilanza e di misurazione delle sostanze inquinanti: manca un monitoraggio delle particelle più sottili, le ultrafini, che sono le più pericolose per l’organismo, perché entrano capillarmente nel sangue e da lì raggiungono tutti gli organi compromettendo la loro funzionalità. Oltre ai danni alla nostra salute, tutto questo ha una pesante ricaduta economica: le procedure di infrazione aperte dall’Unione Europea rischiano di costarci circa 2 miliardi di euro ciascuna. Mentre i costi sanitari vanno dai 2.000 euro ad abitante all’anno a Torino fino ai 2.800 euro a Milano.
Dall’ambiente al lavoro con Bernardo Iovene, con la collaborazione di Lidia Galeazzo, Greta Orsi: “Insicurezza sul lavoro” porta all’interno degli stabilimenti Inalca del gruppo Cremonini, dove Inail ha riconosciuto a 35 lavoratori malattie professionali dovute alla modalità di lavorazione del disosso della carne. Ma secondo le testimonianze di lavoratori e alcuni sindacati la situazione sarebbe ancora più grave.
Anche l’Ats di Milano è intervenuta con prescrizioni che prevedono più pause e ritmi meno elevati. Cgil e Usb denunciano un rapporto difficile con l’azienda sulla sicurezza e le prescrizioni dell’Ats non basterebbero a evitare problemi muscolo scheletrici ai lavoratori. Report ha intervistato un medico del lavoro dell’Ats oggi in pensione, che aveva effettuato un controllo all’interno dell’azienda del gruppo Cremonini per verificare il nesso con il lavoro svolto in diversi casi di malattie e lesioni agli arti.
Si chiude con “Il calcolo opaco” di Antonella Cignarale con la collaborazione di Giulia Sabella. Sempre più decisioni sono basate su processi automatizzati. Nell’era dell’intelligenza artificiale crescono i servizi che hanno alle spalle sistemi capaci di elaborare grandi quantità di dati e di fornire soluzioni che velocizzano le decisioni di enti pubblici e privati: dall’assegnazione di posti di lavoro a polizze assicurative, sussidi e bonus. Gli algoritmi sono progettati allo scopo di valutare, categorizzare e prevedere anche alcune dinamiche sociali. Il loro enorme potenziale, però, può tradursi anche in rischio.
A seconda dell’ideazione e settaggio e dei dati che vengono forniti, l’intelligenza artificiale alla base di questi sistemi automatizzati può produrre risultati distorti e avere un impatto negativo sulla vita dei cittadini, anche devastante. Tra le criticità c’è sicuramente la mancanza di trasparenza sul loro funzionamento e gli ambiti di applicazione. Inoltre, quando la decisione non contempla l’intervento umano, per i cittadini diventa impossibile tutelare i propri diritti.