Una vicenda sconvolgente per le rotture e le contrapposizioni nella stessa maggioranza di centro destra. Durante alcune ore che hanno caratterizzato tutta la serata e i convulsi contatti nel Governo Meloni con voti contrastanti: l’astensione dei berlusconiani e del ministro degli esteri reggente guida di Forza Italia, accompagnato dall’astensione anche dei moderati di Lupi. Mentre esultava il leader leghista che pure avrebbe dovuto fare i conti con il Ministro Giorgetti apprezzato anche in sede europea, la faccia buona di un leghismo responsabile e non demagogico.
Il leader Salvini riportava sotto controllo tutta la Lega e sebbene alternativo alla Meloni proprio sul terreno della strategia europea collocandosi a federatore di tutte le forze sovraniste e populiste provvedeva rapidamente a innalzare il vessillo e la titolarità della sconcertante operazione con suoi manifesti diffusi in tutta Italia con esplicito riferimento, sottolineato come grande risultato della operazione fallimentare e ricercando tatticamente di minimizzare e di presentarsi continuativamente sulla scena come potenziale collettore dell’elettorato di destra e sostenitore accanito di un’opera inutile e costosa come il ponte sullo stretto.
La cosa più singolare è costituita dagli stessi tempi occupati da una sostanziale crisi di Governo con un tentativo di occultamento della portata del fallimento subito dopo l’esultanza enfatica della festa di auto celebrazione ed esultanza senza limiti da parte dei Fratelli d’Italia e ovviamente della Presidente Meloni. Occasione di celebrazione ed esultanza smodata seguita smodatamente dai Tg del servizio pubblico.
Anche su questo ci sarebbe da domandarsi perché tutti i telegiornali e i cinque minuti di Vespa siano stati sostanzialmente generosi nei confronti del centrodestra, con l’assoluzione di ogni cenno di critica e di approfondimento che sarebbe stato dovere della Rai e dei suoi giornalisti offrire sia pure con misura ma in modo adeguato all’importanza dei fatti accaduti senza reticenze e clamorose preoccupazioni si sarebbe detto – come ~ un tempo – di non disturbare il manovratore. Ora non c’è dubbio che nella
Storia della Rai nonostante vari e vani tentativi di riforma ci sia sempre stato un condizionamento del Potere politico sul sistema pubblico dell’informazione specie ovviamente da parte del Governo in questa fase pare addirittura che direttori e la maggior parte dei giornalisti si spendano in modo discutibile a sostenere PdC, Ministri e Sottosegretari soprattutto attraverso un’informazione mutilata senza approfondimenti e negando ai cittadini il diritto di essere informati il più compiutamente e in modo credibile. Si tratta di un problema assai grave che riguarda la libertà di tutti e il rispetto dei cittadini con una informazione non partigiana e preoccupata di criticare i potenti.
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