Giovedì 23 maggio alle 23.10 su Rai 3 andrà in onda il terzo episodio di “I ragazzi delle scorte”, docuserie in otto episodi vincitrice del premio nazionale “Paolo Borsellino” che ricorda gli agenti delle scorte uccisi negli agguati di mafia del 1992 assieme ai giudici Falcone e Borsellino. Il terzo episodio, dopo i primi due andati in onda nel 2022 e 2023 e disponibili su RaiPlay, è dedicato all’agente Emanuela Loi.
Emanuela Loi è stata la prima donna poliziotto a morire in una strage di mafia, quella del 19 luglio 1992, dove persero la vita, oltre ad Emanuela, il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Ad accompagnare in un viaggio nei sogni e nel senso del dovere di questa ragazza sarda di 24 anni ci sono Claudia Loi, sua sorella, Emanuele Filiberto, caposcorta del magistrato, ed Emanuela Loi, nipote della vittima, nata quattro mesi dopo la strage, anche lei agente della Polizia di Stato. L’Emanuela di oggi tornerà a Palermo sulle orme della zia per conoscere i suoi luoghi, fare memoria tra gli studenti e sentirla ancora viva.
“I ragazzi delle scorte – Io devo continuare” è una produzione della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura Missione per i grandi anniversari e del Ministero dell’Interno – Dipartimento pubblica sicurezza, in collaborazione con 42°Parallelo, Rai Documentari e H24.
“I ragazzi delle scorte – Io devo continuare”, dedicato a Emanuela Loi, approfondisce il forte impegno di Rai Documentari sul tema della legalità – dichiara il Direttore Fabrizio Zappi – Abbiamo già realizzato e programmato un documentario per ricordare Giovanni Falcone e altri due progetti per raccontare Don Puglisi e Don Diana. Un impegno che è già proiettato nel futuro e che prevede a luglio la messa in onda di un altro documentario della serie I ragazzi delle scorte, dedicato a Claudio Traina. Il nostro obiettivo è quello di continuare a lavorare sulla memoria storica e civile del nostro paese convinti che il servizio pubblico, con il linguaggio moderno del documentario, possa dare un contributo essenziale alla cultura della legalità”.