ha detto Simona Malpezzi: «La tv di stato, pagata dai contribuenti a disposizione di Sangiuliano che invece di venire in Parlamento per il caso Boccia, occupa con l’ok della premier la prima serata Rai. La tv di Stato al servizio del potere: non stanno facendo la storia. Stanno infangando le istituzioni».
E ancora: “Quindici minuti di intervista a un ministro su fatti sui quali le opposizioni hanno chiesto di riferire in parlamento non sono altro che un uso privato del servizio pubblico», scrivono deputati e senatori dem. A seguire la dichiarazione congiunta degli esponenti del M5s nella stessa Commissione, che annunciano di portare la questione in Vigilanza.
«La soap opera triste con protagonista il ministro della cultura – affermano – trova questa sera uno spazio abnorme sul primo telegiornale della tv pubblica. Oltre 10 minuti in cui Gennaro Sangiuliano usa il più importante tg della Rai per autoassolversi».
n questo momento i nostri pensieri vanno ai giornalisti uccisi a Gaza o ovunque nel mondo perché testimoniavano gli orrori della guerra. Vanno ai giornalisti uccisi, minacciati, isolati perché hanno denunciato il malaffare e le mafie. Vanno a chi racconta quello che accade con coraggio, verità e senza genuflettersi al potere.
Per questo, più che per i pianti di Sangiuliano e la sua miseranda storia di amori nascosti, tradimenti e ripicche proviamo imbarazzo per il Tg1 e il suo direttore. Quello che è andato in onda non è giornalismo. Quello che è andato in onda è stato un servizio privato al posto del servizio pubblico. Una pagina nera del Tg1. Detestabile non meno del Minculpop. Ma specchio dei tempi.