A uccidere Amy Winehouse è stata una quantità elevatissima di alcol nel sangue. Si conclude così l’inchiesta per accertare le cause della morte della cantante inglese di 27 anni, avvenuta lo scorso 22 luglio. Per il corner si è trattato quindi di una “morte accidentale” per un livello alcolemico superiore di cinque volte a quello consentito alla guida di autoveicoli in Gran Bretagna: la star aveva infatti 416mg di alcol per 100ml di sangue la notte in cui è morta. Il limite legale è di 80mg.
Avevano ragione i genitori: aveva smesso con la droga
Il risultato dell’inchiesta conferma inoltre quanto sostenuto dai famigliari di Amy, che avevano ribadito che la cantante aveva smesso di drogasi ma non riusciva ancora a liberarsi dall’alcol. Nel suo appartamento londinese sono state trovate tre bottiglie di vodka, due grandi e una piccola. I test tossicologici dell’autopsia non hanno però rilevato alcuna sostanza illegale nel suo organismo.