L'attiva gestione della sanità che provoca errori fatali

16 errori al mese, concentrati soprattutto tra le regioni del Sud. Il Presidente della Commissione d’inchiesta Leoluca Orlando: i tagli indiscriminati stritolano il servizio.

L'attiva gestione della sanità che provoca errori fatali
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26 Ottobre 2011 - 16.06


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16 casi di malasanità al mese. 470 da fine aprile 2009 a fine settembre 2011. 329 pazienti morti o per errore diretto del personale medico e sanitario (223) o per disfunzioni o carenze strutturali (106).

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Questo il quadro che emerge dai dati rilevati dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali. Errori, disservizi, carenze strutturali che sono stati fatali per i pazienti e i casi di malasanità, negli ultimi due anni e mezzo, sono cresciuti.

Leoluca Orlando il Presidente della Commissione commenta questi dati con l’amarezza di chi sa che rappresentano solo una parte del problema.

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“Nel 2008 si è approvata una legge per la creazione di un osservatorio, in collaborazione con Cittadinanzattiva, ma non se ne è fatto nulla – dice il Presidente e, continua – i dati che abbiamo nascono dalle denunce dei danneggiati che si rivolgono a noi e ai quali chiediamo relazioni mediche e legali. Oppure andiamo a verificare le situazione che balzano agli onori della cronaca”.


Presidente leggendo il rapporto ci si rende contro che in 5 regioni la situazione è gravissima.

Se ci fa caso le regioni con la maglia nera sono Calabria, Puglia, Lazio, Campania e Sicilia cioè quelle con il disavanzo di bilancio maggiore. E questo vuol dire che chi ha speso di più non ha speso meglio. Anzi ha sprecato.


Ma il problema del disavanzo e dei tagli quanto e come incide sulla sanità?

E’ proprio questo il problema: si taglia indiscriminatamente senza capire quanto e come. E’ un po’ come tagliare i capelli: un po’ fa bene. Tagliare la testa no. Spesso quando si parla di errori medici si va alla ricerca di chi ha commesso l’errore e non del perché, che è fondamentale. E ritornando ai tagli oggi il welfare è sottoposto al Ministero dell’Economia che ha un unico obiettivo: il rientro. E la sanità è oggi stretta in una morsa tra il ministero economico e il federalismo, anche se poi il nostro sistema sanitario è, mediamente, buono.

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Lei ha detto che spesso si cerca il chi e si tralascia il perché.

Ma certo perchè l’errore umano, fatto 100, può essere 1. Il resto sono anomalie funzionali, di consolidamento, tecniche. E noi perdiamo anni a cercare il colpevole intanto le cause, vere, rimangono intatte. Bisogna rimuovere i perché che sono anche politici. La responsabilità è anche far nominare un primario incompetente.


Quanto i medici, il personale paramedico sono consapevoli degli errori?

Di fronte ad un errore c’è una difesa corporativistica. L’errore si tace. In Germania la rivista ’Focus’ è uscita con il titolo ’I medici fanno errori’ e all’interno dell’articolo ci sono nomi e cognomi. Da noi è impossibile anche perché c’ è un clima di paura nel sistema sanitario. Ho registrato molti timori, tra i sanitari, di perdere il lavoro in caso di denuncia. Il sistema politico ha inquinato la sanità e dovrebbe fare 40 passi indietro rispetto a quella che è la salute dei cittadini.


Cosa può fare la Commissione?

Sicuramente far crescere la fiducia nel sistema sanitario. E lo si fa non nascondendo la polvere sotto il tappeto anche perché nella nostra sanità ci sono tanti bravi medici, operatori che tutti i giorni si impegnano anche in mancanza di servizi, di ambulanze….Insomma parlare di errori e di malasanità serve anche per tutelare tutto il buono che c’è . Bisogna battersi per capire quali sono i perché e lavorare su quello, tutti insieme così come abbiamo fatto con la relazione sulla situazione della Regione Calabria approvata, all’unanimità il 15 luglio scorso (vedi allegato, ndr) e come abbiamo fatto per il primo studio sui punti nascita in Italia che sarà reso noto a fine novembre.

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