Ci sarebbe una svolta nel delitto di Pier Paolo Pasolini, ucciso 36 anni fa all’idroscalo di Ostia: lo rivela il quotidinao “il Messaggero” secondo cui i risultati del Ris avrebbero trovato tracce di Dna di un terzo uomo nelle tavolette trovate sul posto e usate per colpire lo scrittore e dagli indumenti. Tracce che non apparterrebbero né a Pasolini né a Pino Pelosi. Sarebbero questi gli esiti delle analisi sui reperti conservati nel museo di criminologia di via Giulia, risultati di cui si attende la relazione finale e che sarebbero stati tenuti segreti dagli inquirenti. Se confermata sarebbe una prova scientifica di una tesi già affiorata nel corso del processo e per anni sostenuta dai difensori de “la rana”.
Il pm Francesco Minisci, che ha disposto il riesame dei reperti, sarebbe ora pronto – secondo quanto riporta “il Messaggero” – ad ascoltare nuovi testimoni per confrontare i risultati delle prove scientifiche.