Non c’è dubbio: i nostalgici della dittatura che ha schiacciato l’Italia per un ventennio fino alla vergogna delle leggi razziali e alla tragedia della guerra, ormai rialcano sempre più la testa, grazie anche al “ventennio” berlusconiano.
L’ultima: una lapide per ricordare Mussolini e Claretta Petacci nel luogo in cui furono fucilati dai partigiani. Una vergogna.
Ma come si difendono? “Il nostro è un omaggio a una donna coraggiosa, innamorata, che si è buttata davanti ai fucili sperando di salvare la vita al duce”. Replica così Mario Nicollini, presidente dell’Unione nazionale combattenti di Como della Repubblica Sociale Italiana. Per commemorare la Petacci gli ex Rsi hanno proposto, e ottenuto dal Comune, di sistemare anche il nome di Claretta sulla croce che ricorda Mussolini, incastonata nel muretto di Villa Belmonte, dove sarebbe avvenuta la fucilazione. Oltre al nome saranno aggiunte anche le foto di entrambi. La cerimonia si svolgerà il 29 aprile (perchè è domenica) in occasione del 67/o anniversario della morte di Mussolini e della sua amante.
“La nostra richiesta è stata presentata per la prima volta 27 anni fa – ha aggiunto Nicollini – ora finalmente il comune di Mezzegra ci ha dato l’autorizzazione”. “Tutti gli anni ci ritroviamo a Mezzegra per ricordare la morte di Mussolini – ha aggiunto – Quest’anno abbiamo chiesto anche l’intervento del parroco per benedire la croce, dopo che saranno stati aggiunti il nome di Claretta e la foto di entrambi”.
Ancora non è stato deciso quale immagine sarà scelta. L’autorizzazione della giunta del paese (sindaco leghista), ha provocato però già diverse reazioni contrarie. Prima fra tutte quelle dell’Anpi di Como, secondo cui si tratta di una decisione gravissima.
L’Anpi di Como ha duramente accusato i leghisti filo-fascisti: “Il Comune ha fatto una delibera e ha già accolto questa iniziativa: siamo contrari a questa operazione – afferma il presidente dell’Anpi Como Guglielmo Invernizzi – muoveremo tutti i passi istituzionali e cercheremo di impedirlo o di esprimere tutta la nostra amarezza”. Nonostante una “Costituzione antifascista – aggiunge – è grave che ci sia ancora qualcuno che aiuti i fascisti in queste manifestazioni”. Secondo Invernizzi è solo uno dei passi che si stanno facendo «per costruire un percorso storico, si parla anche di un museo sulle ultime 72 ore di Mussolini, con la scusa di portare i turisti”. “Ci sono una serie di segnali che ci preoccupano moltissimo”, ha aggiunto.
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