Inutili, quando non dannose: scriveva la procura di Torino nell’inchiesta condotta dal pm Raffaele Guariniello. “Capace solo di modificarne il sapore”: diceva al Salvagente Giorgio Temporelli, fisico ed esperto di acque a uso umano. Ora a demolire le proprietà benefiche delle caraffe filtranti ci pensa la relazione tecnica del ministero della Salute, firmata dal ministro Balduzzi. Una relazione in cui spiccano “accuse” non certo morbide. Le caraffe filtranti che promettono di depurare l’acqua di rubinetto dalle “impurità”, secondo il ministero sarebbero infatti capaci di eliminare “le caratteristiche di potabilità”. Vendute senza controllo – si legge nella relazione – e sulla base di vecchie disposizioni “inadeguate per la salvaguardia della salute”.
“Si pensa erroneamente che migliorino la qualità dell’acqua”.Si pensa erroneamente, sostengono ancora dal ministero, che l’uso di un filtro possa eliminare sostanze pericolose e migliorare la qualità dell’acqua, come sostengono le pubblicità.
Invece anche le indagini avviate da alcune Procure farebbero credere che sono convinzioni non supportate da elementi scientifici. A Torino una perizia commissionata dal pm Raffaele Guariniello ha dimostrato che l’applicazione del filtro non migliora la qualità dell’acqua di rubinetto. Al contrario, la impoverisce di sali minerali quali calcio, magnesio e potassio, necessari per l’organismo. Per il ministero, ancora, questi apparecchi “hanno l’unico scopo di modificare le proprietà organolettiche (sapore, odore, colore)” e una non ottimale manutenzione “potrebbe addirittura far sì che nel tempo l’acqua in uscita perda le caratteristiche di potabilità (ad esempio i corretti valori di Ph)”.
La società Brita, leader del settore davanti a Coop e Auchan, si era difesa dichiarando che il parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità la scorsa estate non ha “rilevato nessun rischio per la salute”.E argomentando che i loro filtri sono autorizzati in Germania e Austria.
Nuove norme e requisiti di sicurezza più stringenti.Arrivano dunque norme stringenti contro il “Far west” delle caraffe. E non solo per loro, considerando che il provvedimento riguarda anche gli impianti fissi per il lavello di case private e ristoranti.
Gli uni e gli altri dovranno ora rispondere a nuovi requisiti di sicurezza dei materiali ed essere accompagnati da dettagliate istruzioni d’uso. Non solo, i produttori hanno l’obbligo di informare correttamente i cittadini per consentire scelte di acquisto consapevoli. Le aziende hanno tempo sei mesi per cambiare marcia.