In Veneto, metalmeccanici diventano aiuto infermieri

Per anni hanno mandato avanti la catena di montaggio, ma ora che le cose vanno male si riciclano in corsia. E la loro azienda li formerà al nuovo lavoro.

In Veneto, metalmeccanici diventano aiuto infermieri
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2 Aprile 2012 - 14.30


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Da tuta blu a “infermiere”. Nel giorno dei dati drammatici sulla disoccupazione in Italia, dal Veneto, Regione segnata da una crisi profonda, con scelte tragiche fatte, per disperazione, da imprenditori e senza lavoro, arriva una notizia che andiamo a leggere con voi. All’Electrolux di Susegana, Treviso, gli operai che per anni hanno mandato avanti la catena di montaggio degli elettrodomestici hanno deciso di dire addio ai frigoriferi per riciclarsi in corsia. Hanno chiesto alla loro azienda – che li vorrebbe mettere alla porta – di formarli al nuovo lavoro. E l’azienda ha detto sì, facendosi carico della formazione degli “infermieri”.

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Progetto coraggioso, che è piaciuto pure alla Regione che ha avviato il corso di formazione. I metalmeccanici non saranno veri e propri infermieri, ma operatori sociosanitari, “aiuto infermieri”. In ospedale e nelle case di riposo affiancheranno il personale medico trasportando i pazienti, distribuendo pasti.
Come dicevamo, la multinazionale svedese ha messo mano al portafogli per i corsi, che non graveranno così sulle casse della Regione. I lavoratori sono contenti, si costruiranno una prospettiva di lavoro, usciranno da un settore in crisi, e per la durata del corso guadagneranno qualcosa in più rispetto a quanto spetterebbe loro con la cassa integrazione. Per ogni ora di lezione, 1,5 in più.

Il corso per “aiuto infermiere” durerà mille ore, alla fine gli operai avranno un attestato. E’ previsto anche un tirocinio. Per arrivare all’attestato, le tute blu dovranno sostenere un esame finale.

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Questa volta, il progetto di riqualificazione non ha dovuto affrontare insostenibili passaggi burocratici. La Regione, in via eccezionale, ha agevolato l’avvio dei corsi. Nella provincia di Treviso, in tutto il Veneto, c’è bisogno di queste nuove figure. Perché mai ci si doveva fermare ad una crisi ineluttabile? Perché non provare? Il tutto è stato agevolato – in verità – dal numero dei dipendenti in questione, dieci, per quindici posti disponibili nelle strutture sanitarie. Al di là dei numeri, la strada imboccata dall’Electrolux di Susegana potrebbe essere d’esempio. “Non siamo ancora usciti dalla crisi – ha notato l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan – dovremo verificare ogni giorno il mercato del lavoro, verificare cosa serve e agire di conseguenza. Servono sarte? Vorrà dire che formeremo sarte”.

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