In strada con la fascia tricolore. Era in prima fila il sindaco Gianni Alemanno, questa mattina alla “Marcia per la vita”, la manifestazione nazionale antiaborto, che si è tenuta nel centro della capitale. Un passo in avanti da quando aveva annunciato di non voler nessun corteo sfilare nel centro della città, ma soprattutto a chi gli ha chiesto se avrebbe presentato il conto agli organizzatori – come aveva chiesto ai sindacati per il primo maggio – il sindaco ha risposto: “Faremo tutte quelle che sono le necessità reali dal punto di vista del servizio”.
Reazioni dal Pd alla partecipazione di Alemanno. “La partecipazione Alemanno alla ‘Marcia per la vità con tanto di fascia tricolore istituzionale non rappresenta nè l’adesione nè l’opinione della stragrande maggioranza dei cittadini romani, cattolici e laici. Le posizioni estremiste e oscurantiste espresse nella manifestazione odierna sono distanti anni luce dal sentire comune dei romani. Gli oscurantismi del sindaco non fanno parte della cultura e della tolleranza di Roma città aperta e democratica». Lo afferma in una nota il consigliere capitolino del Pd, Dario Nanni.
Slogan forti. Molti dei cartelli con i quali i manifestanti si sono presentati in piazza, accusano le donne che hanno abortito delle “assassine”. E per quanto riguarda la legge 194, gli antiabortisti hanno urlato che abortire è “un vero e proprio omicidio di Stato”. E’ partito dai Fori Imperiali arrivando fino a Castel Sant’Angelo, il corteo che si definisce difensore della vita. “Una nazione che uccide i propri figli è una nazione senza futuro – ha detto un uomo camminando mano nella mano con la sua fidanzata – L’Italia si deve svegliare perchè la legge 194 non è altro che uno sterminio di Stato. È ora di dire basta all’aborto”.
Mamme e sacerdoti al corteo. Slogan pro vita cantavano e urlavano un nutrito gruppo di giovani sacerdoti dell’Istituto del Verbo Encarnado, mostrando i loro cartelli. “Più nascite meno aborti”; “L’aborto è violenza, è omicidiò”; “Basta genocidi silenziosi”, “Non uccidiamo il futuro”, “194: già 5 milioni di morti sono alcune delle scritte portate in piazza”. Anche una mamma coi suoi quattro figli, con addosso una foto di un feto morto e insanguinato e la scritta “Questa è la verità, assassinii di Stato”.
La reazione delle femministe. C’erano anche un gruppo di femministe a protestare con i loro cartelli a margine e lungo il percorso. “Aborto clandestino profitto di milioni, è questa la morale di preti e padroni”, è il testo di uno di questi. Uno dei loro striscioni è stato srotolato da una terrazza di Castel Sant’Angelo, punto di arrivo della manifestazione antiabortista.