Didattica gay nelle scuole italiane, come in Inghilterra

La proposta di Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd, in un'intervista per KlausCondicio. Giovanardi del Pdl non è d'accordo.

Didattica gay nelle scuole italiane, come in Inghilterra
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22 Giugno 2012 - 14.13


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Chissà perché quando si parla di gay Carlo Giovanardi, deputato del Pdl, nonché responsabile delle politiche familiari, è sempre pronto a dire la sua. Questa volta se la prende con Ivan Scalfarott, vicepresidente del Pd, che durante un’intervista sulla didattica omosessuale in Inghilterra e Germania, dice che è necessario e urgente prendere provvedimenti anche nel nostro Paese. Intervistato da Klaus Davi in una puntata del programma KlausCondicio, il parlamentare Pd sostiene la necessità di adottare un programma didattico per le nostre scuole, simile a quello inglese, dove l’omosessualità viene raccontata anche attraverso le lezioni di matematica, di geografia o di scienza.

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E a preoccupare Scalfarotto c’è il fatto che in Italia il tema della sessualità è ancora un argomento pieno di pregiudizi, soprattutto quando si parla di identità di genere. “In Italia figli di coppie omosessuali sono ormai 100mila – dice il parlamentare Pd -, nelle nostre scuole elementari ce ne sono molti e gli insegnanti non ricevono un`istruzione e una formazione adeguata per gestire questi fenomeni sociali”. E’ necessario perciò, continua Scalfarotto “avvicinare l’infanzia e gli adolescenti a questo tipo di argomenti”. L’Italia dice ancora, è l’unico Paese in Europa che non ha una legislazione di sostegno, di uguaglianza e di dignità delle persone omosessuali”.

Non è d’accordo Carlo Giovanardi però, che evidentemente di gay se ne intende. Contestando innanzitutto i numeri proposti da Scalfarotto. “Con una tecnica manipolatoria abile e spregiudicata il vice presidente del Pd – replica Giovanardi – tenta di spacciare la balla colossale di centomila figli di coppie omosessuali in Italia”. E naturlmente non è d’accordo nemmeno sulla proposta di Scalfarotto, di introdurre nella didattica delle nostre scuole programmi di “formazione che spieghino” agli insegnanti che cosa fare difronte a casi di questo tipo. Gli altri Paesi europei sono già organizzati da tempo, “non vedo perché non si possa fare anche in Italia”.

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