Contro l'esposizione del corpo di Carlo Giuliani

Che senso ha riproporre ogni anno le foto di quel corpo senza vita a Genova? Cosa aggiunge se non dolore su dolore e rabbia su rabbia? [Marco Fiorletta]

Contro l'esposizione del corpo di Carlo Giuliani
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20 Luglio 2012 - 10.20


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di Marco Fiorletta

No, cari amici, compagni, conoscenti, parenti, sconosciuti internauti sparsi nelle pieghe e nelle plaghe spazio temporali che tutti ci avvolgono. No, non posso essere d’accordo con voi con l’esposizione del corpo di Carlo Giuliani che ogni anno si ripete, spesso anche più volte l’anno secondo il ghiribizzo di ognuno di noi, purtroppo ciclicamente come gli anniversari. Cosa aggiunge, se non dolore su dolore, rabbia su rabbia, l’esposizione del morto un tempo riservato ai parenti ed amici a tutti?

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Il dolore c’è, come c’è per Walter Rossi, Giorgiana Masi, Valerio Verbano e tutte le altre morti assurde, la rabbia c’è perché tanto non paga nessuno, né in termini materiali (voglio vedere quanti di coloro che sono andati via, da qualcuno rimpianti, dalla Polizia rimarranno senza lavoro o senza pensione), né in termini morali perché nessuno è stato esposto al pubblico ludibrio.

No, quella foto non aggiunge nulla, non riduce le pene, non consola e non elabora il lutto. In alcuni soddisfa, anzi, il desiderio di stupire, di far raccapricciare anche se il fine ultimo è quello di far ribollire la rabbia.

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Rinnova il dolore perché abbiamo vissuto in diretta quelle giornate, perché è solo un ragazzo, perché ne abbiamo visti tanti stesi sull’asfalto, uccisi dalla polizia, uccisi dai fascisti, uccisi anche dai nostri.

Non è bisogno di pacificazione, per me non potrebbe esserci se non a determinate condizioni, c’è che qualche volta si sente il bisogno di non vedere sangue, di non vedere morte in genere, in nessun luogo. A volte c’è il bisogno di sperare, e quella foto, con quel giovane corpo rigido in mezzo ad una piazza, non dà speranze, le toglie.

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