Sono stati arrestati dalla polizia i quattordici tunisini che hanno provocato disordini ieri sera nel centro di accoglienza di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Tutti erano sbarcati a Lampedusa tra il 16 e il 18 agosto scorsi, ed erano stati trasferiti nella struttura ragusana. Nel timore di un rimpatrio, per tentare la fuga hanno devastato gli alloggi e si sono arampicati sul tetti, da dove hanno lanciato oggetti contro le forze dell’ordine. Nei tumulti, due agenti sono rimasti contusi e sono stati medicati in ospedale, dove sono stati giudicati guaribili in quattro e sei giorni.
Dopo essere stati respinti in un primo tentativo di aprirsi un varco a spallate tra gli agenti
di guardia al cancello, i rivoltosi hanno danneggiato la struttura, distruggendo l’impianto di videosorveglianza, rompendo porte e vetrate, sanitari e rubinetti, allagando alcuni locali con gli idranti anticendio, scassinando gli armadi del vestiario della Protezione Civile, fracassando i computer negli uffici di polizia all’interno del centro. Con cavi strappati dall’impianto elettrico e usati come corde, i tunisini si sono poi arrampicati sul tetto, armati di cocci di vetro, mattoni e estintori, che hanno scagliato contro le forze dell’ordine. Colpiti un poliziotto, centrato al petto da un oggetto
contundente, e un carabiniere, che e’ stato ferito al volto da una bottiglia.