Gli strani scoop estivi sul caso Cucchi

Il pm Vincenzo Barba mostra alla stampa le prove di un ricovero di Cucchi nel lontano 2003 per una frattura alla vertebra. Un modo per smontare il teorema accusatorio.

Gli strani scoop estivi sul caso Cucchi
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8 Settembre 2012 - 09.15


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di Giancarlo Castelli

«Siamo grati al pm perché grazie a un ingiustificato zelo usato contro di noi ci ha offerto la possibilità di conoscere ulteriori dettagli»: usa l’arma dell’ironia l’avvocato Fabio Anselmo in merito all’ultimo “scoop” del pubblico ministero del processo Cucchi, Vincenzo Barba, che ha mostrato alla stampa le prove di un ricovero di Cucchi nel lontano 2003 per una frattura alla vertebra L3. La stessa vertebra che, secondo le perizie mediche, sarebbe stata sottoposta a nuova frattura dopo il suo arresto avvenuto il 15 ottobre del 2009, una settimana dopo il quale morì nel reparto penitenziario dell’ospedale Pertini.

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Una disputa tra le parti, pubblica accusa e parte civile, che lo stesso legale della famiglia Cucchi considera incomprensibile: «Chi vorrebbe sostenere che la scoperta dell’ennesima frattura pregressa di L3 smantellerebbe il teorema accusatorio della parte civile per la morte di Stefano non si è letto le carte processuali – ha detto Anselmo – soprattutto quelle relative alla deposizione dei suoi consulenti che hanno ampiamente argomentato la stretta relazione causale tra la lesione sacrale, e non quella di L3, con il globo vescicale, la bradicardia e la morte».

Secondo il legale, lo “scoop” del pm è una tempesta in un bicchiere d’acqua perché la frattura lombare 3, cercata freneticamente da Barba durante il mese d’agosto, non sarebbe neppure quella che avrebbe causato la morte del giovane geometra. «Entrambi i pm hanno parlato di un trauma che ha riacutizzato quello pregresso a L3 e quindi se la lesione si sia innestata su una vertebra integra o meno è questione giuridicamente irrilevante», ha sottolineato il legale di parte civile.

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E allora, perché tanto zelo da parte della pubblica accusa? «Al di là della frenetica attività di una delle parti in causa – ha chiosato Anselmo – i lavori peritali disposti dalla Corte sono a tutt’oggi in corso e, guarda caso, sono in corso proprio gli esami radiografici relativi alla colonna vertebrale di Stefano. Perché presentare proprio ora alla stampa un documento, peraltro irrilevante, in coincidenza con l’esame radiografico effettuato in questi giorni?».

La prossima udienza del processo, per il quale sono imputati tre agenti penitenziari e nove tra medici e infermieri del reparto penitenziario dell’ospedale Pertini, è stata fissata per il 19 settembre prossimo ma potrebbe essere rinviata se i risultati della perizia non fossero pronti.

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