Ma quanto guadagnano i dirigenti di Hera?

Emolumenti super per il Gruppo Hera che in Emilia Romagna gestisce i servizi idrici e dell'ambiente. 3 milioni e 426 mila euro solo per loro.

Ma quanto guadagnano i dirigenti di Hera?
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1 Ottobre 2012 - 17.47


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Il Gruppo Hera è una multiutility che gestisce servizi pubblici in diverse regioni del centro nord, ma in particolare in Emilia Romagna. Ed è una vera manna per gli amministratori: non soltanto dentro al gruppo Hera si fa carriera, ma chi la fa si intasca compensi milionari, nonostante il Gruppo abbia al suo interno anche pacchetti azionari dei Comuni e gli amministratori siano impegnati a gestire servizi pubblici come quelli idrici e ambientali.

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Lo denuncia il segretario provinciale del Pdci dell’Emilia Romagna Donato Vena, che mette in fila i compensi dei principali dirigenti di Hera, presi dal bilancio 2011 dell’azienda.

In totale per i 23 consiglieri di amministrazione, sindaci e direttori generali del gruppo Hera sono stati spesi nel 2011 3 milioni e 426 mila euro. Tra questi c’è l’amministratore delegato Maurizio Chiarini che nel 2011 ha percepito 518.243 euro. Il presidente, Tomaso Tommasi Di Vignano, si è invece portato a casa 475,836 euro. Il Direttore generale “Operations Hera Spa” ha avuto 422.234 mila euro. Segue, ma a brevissima distanza, Stefano Venier, Direttore generale Sviluppo e Mercato, con 419.288 mila euro. “Cenerentolo”, Giorgio Razzoli, vice presidente, con “soli” 111.275 euro.

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“Hera paga i suoi amministratoi il 47% in più di Iren (il gruppo “fratello” che gestisce servizi idrici, ambientali, energia elettrica e gas in Emilia, ndr). Quando vennero resi noti gli emolumenti di Iren, la polemica fu rovente – dice Vena – della cosa diede molto risalto sia la stampa nazionale che quella locale. Ma ci risulta che nell’altra metà dell’Emilia Romagna sembra che il problema non esista. Né i soci istituzionali, né quelli privati – continua Vena -sembrano essere scandalizzati, ammesso che qualcuno abbia quantificato gli emolumenti percepiti da questi signori”.

Dopo le polemiche sul gruppo Ire, i Comuni di Reggio Emilia, Parma e Piacenza – che detengono delle azioni nella mutliutility – promisero di avviare un’azione per ridurre i consiglieri e i dirigenti, compresi i loro stipendi. “Ma cosa faranno – chiede Vena – i sindaci proprietari di Hera, a partire da quello di Bologna che ne detiene il 13,7%?”.

Il 15 ottobre si riunisce l’assembela degli azionisti del gruppo, che dovrà decidere – tra l’altro – se “fondersi” con Acegas-Asp Holdings (la municipalizzata di Padova e Trieste). E se così sarà deciso, è già stata annunciata la nomina di altri 3 amministratori e di un sindaco revisore.

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All’assemblea – annuncia il consigliere – sarà presente anche il Pdci che detiene un capitale pari allo 0,002%. Piccolissimo azionista, ma promette “Ci faremo sentire: pensiamo che i consiglieri vadano ridotti e debbano guadagnare massimo 294 mila euro all’anno, come previsto dal governo Monti”. Fino al 10 ottobre il partito si mette “a disposizione dei cittadini” per presentare domande scritte all’ordine del giorno. All’assemblea

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