Incontro a Roma per dire no alla corruzione

Reati contro la pubblica amministrazione in aumento, vertiginosi quelli sulle operazioni "sospette" di reciclaggio. Libera dice basta: "Serve una nuova politica".

Incontro a Roma per dire no alla corruzione
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19 Ottobre 2012 - 15.35


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Cambiare cultura, cambiare pagina. Libera, l’associazione contro le mafie, “sveglia” il Lazio: una regione che solo vagamente viene associata alle potenze mafiose. E che invece è ormai pesantemente infiltrata, e non da oggi: si viaggia alla media di 530 operazioni sospette di riciclaggio al mese, nella regione che ospita la capitale dei bei negozi e dei ritrovi “trendy”. Dietro cui, però, possono anche nascondersi ben altre storie, come hanno dimostrato qualche tempo fa i sequestri delle Fiamme Gialle.

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“Liberi da mafie e corruzioni, idee e proposte per una regione pulita”, è allora l’appuntamento che Libera insieme a associazioni, gruppi, studenti, dà per domani mattina alle 9,30 al teatro Colosseo a Roma. “Le mafie, la corruzione, due metastasi che sono cresciute nel silenzio e con il silenzio e diffuse nel tessuto sociale ed economico del Lazio”, si legge nel comunicato stampa che convoca l’incontro.

Drammatici i dati che dirama Libera: sono 46 i clan mafiosi che operano nel Lazio, il 56% fanno affari in Provincia di Roma, sono complessivamente 599 i beni confiscati alle mafie nel Lazio, il 78% si concentrano in Provincia di Roma. Secondo la relazione del Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) riferita al 2011 nel Lazio ogni giorno si svolgono 8 operazioni antidroga( 2862 in totale) e 11 persone vengono segnalate all’autorità giudiziaria.

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Tra l’altro ad essere sotto attacco è proprio la Pubblica amministrazione, cioè i soldi di tutti noi, che molto spesso sono in mano alla politica che evidentemente non è in grado di non farsi corrompere: a Roma, presso la locale Procura della Repubblica, sono stati iscritti complessivamente 4.823 nuovi procedimenti (contro i 4.220 del 2010). Tra le fattispecie di reato aumentano quelli costituiti dai delitti di peculato (65 noti contro pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio), da fatti di corruzione (171, di cui 150 nei confronti di noti), e da fatti di concussione (53, di cui 47 contro noti). Da segnalare, inoltre, che ci sono state 8 iscrizioni per responsabilità amministrativa degli enti (con e senza personalità giuridica), limitatamente alle ipotesi di corruzione e concussione.

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