Chi lo conosce dice che Berlusconi è in pieno lavoro. E’ già dentro el elezioni, quello che voleva. Senza passaggi che ritiene formali e insidiosi come le primarie a far perdere tempo. La conclusione ordinata della legislatura? Si vedrà. Per ora Berlusconi non ha interesse a far saltare il tavolo, la data del 10 marzo – a cui anche Bersani ha detto di sì – gli va bene. Intanto prepara l’attacco al Palazzo, che non sarà semplicissimo.
Per quanto infatti il Cavaliere continui a ripetere che è la gente che glielo chiede, in realtà non glielo chiede neanche tutto il suo partito. La spaccatura con gli ex An che soffrono un ritorno ai metodi da “club” di Forza Italia e che avrebbero gradito un rinnovamento è ormai avviata, anche se non ancora consumata.
Ma il punto è: sarà davvero Berlusconi il candidato premier del Pdl? Forse sì. Però gli osservatori sono un p’ scettici. Perché che la figura dell’ex premier ormai 77enne (il prossimo anno) è un po’ logora non significa volerne parlare male per forza. Lo sa anche lui. E non è tanto una questione d’età, ma le dimissioni, lo spread a mille, le donnine nonostante i tagli del governo Monti e la riforma Fornero sono difficili da dimenticare. Silvio ha già studiato l’accordo con la Lega, e non da oggi ma da quando gli ha permesso di prendersi la Lombardia con Maroni candidato. Tutte le carte del Pdl-Forza Italia sono puntate sul porcellum e sulla quasi impossibilità per il Pd di avere una maggioranza solida al Senato. Il Pdl dovrebbe viaggiare sul 20% e non è detto che arrivi al 25%.
Come guadagnare allora appeal? Come conquistare la gente? Di qui la voce che Berlusconi è intervenuto soltanto per “dare la scossa” e “mettere ordine” nel partito. Ma che avrebbe già un asso nella manica, un volto giovane, forse del mondo dell’imprenditoria. Certo, sarebbe un elemento di vera novità. Ma è pur vero che Berlusconi ha dimostrato in tutti questi anni di fidarsi solo di se stesso e del suo cerchio magico, tipo Dell’Utri. Gli altri, poco. Solo i fidatissimi. E preferisce fare tutto da solo. Tuttavia a chi gli chiede se sarà lui il candidato, Berlusconi tergiversa: “Vedremo…”.
Intanto Mario Monti pare sia molto amareggiato per la “fregatura” del Pdl. Domani si prepara a salire al Colle, dopo che oggi tutti i partiti sono stati ascoltati dal presidente della Repubblica Napolitano. Il premier sa che con Berlusconi di mezzo l'”agenda Monti” e il buon rapporto con l’Europa è perduto, e non sottovaluta il potere attrattivo del “caro leader” su certo popolo bue e su certe corporazioni. “Il Re Sole si è un po’ allontanato da me”, ha detto stasera alla Scala di Milano, dove ha assistito alla prima della stagione. Con una certa perfidia, perché Re Sole è il termine utilizzato da Fini in un famoso “fuori onda” che segnò l’inizio dello scontro tra i due. Proprio ora che altri ex An malsopportano la gestione personalistica del partito.
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