C’è posta per te. Quando di mezzo c’è un terreno insidioso e mortale come quello di Trapani, dove l’intreccio mafia, politica, soldi e massoneria non risparmia neanche i vertici e gli affari della Chiesa locale, non è un gioco da tv commerciale, ma una minaccia sinistra che fa paura. “È arrivato qualcosa per lei”, c’era scritto in un dettagliatissimo anonimo, una lettera di quattro pagine, recapitato in Procura al capo dei pm di Trapani, Marcello Viola.
Nella lettera, che risale a un mese fa, quell’avvertimento che ricorda la previsione tragica del giudice Paolo Borsellino prima dell’attentato, sull’arrivo del tritolo per lui a Palermo. Nell’anonima lettera di Trapani, dettagliatissime informazioni su alcune indagini condotte dal magistrato. Anonimo bene informato sulle inchieste: da quella sul sequestro del patrimonio dell’ex titolare della Valtur, Carmelo Patti, a quella sugli ammanchi milionari alla Curia che vede indagato anche l’ex braccio destro del vescovo del tempo, Francesco Miccichè.
Nella lettera, passaggi segreti delle indagini, particolari del lavoro del procuratore e anche di dettagli relativi alla sua sicurezza. Elementi che, messi assieme, più che ad una talpa, farebbero pensare ad una inquietante regia. E ad inquietare é il fine, l’obiettivo finale dell’anonimo: avvertire per intimidire, sfidare, o mettere in guardia per prevenire un piano che si stava dispiegando, magari con complicità insospettabili, e per aprire col”botto”una nuova stagione di Cosa Nostra. Rendere torbide le acque o aprire gli occhi? Lettere di analogo contenuto sarebbero state inviate anche ad autorità palermitane.
Della vicenda si occupa la procura di Caltanissetta, che é competente sul distretto di Corte d’appello di Palermo in cui rientrano gli uffici giudiziari trapanesi. Nei mesi scorsi Viola era stato vittima di altre intimidazioni e per questo circondato da particolari misure di sicurezza. Allarmi e falsi allarmi, comunque strani segnali di movimenti da decifrare, da non sottovalutare.
Tornano a volare i corvi sul cielo grigio dei Palazzi di giustizia siciliani? Quali disegni per quello di Trapani, alle prese con inchieste che vanno dritto al cuore del potere di Matteo Messina Denaro, numero uno inafferrabile di Cosa Nostra? Nell’attesa di capire, di decifrare, fra gli investigatori è massima allerta.
Una cosa è certa, a scrivere non è il solito anonimo, ma qualcuno “bene informato”: non si limita a minacciare di morte il magistrato, ma lo mette anche in allarme. Gli fa sapere che “è arrivata qualcosa” per lui. È questa la chiave per arrivare al mittente.