Con un comunicato sul sito del Quirinale, il Presidente della Repubblica ha annunciato che la pena a 14 mesi di carcere per diffamazione del direttore del Giornale Alessandro Sallusti è stata commutata in una multa di 15.532 euro. Immediato il commento di Sallusti via Twitter: «Ringrazio Napolitano. Accetto la grazia, precedente. Deve valere per tutti i giornalisti, chiara indicazione a magistratura e politica».
In mattinata il Colle aveva ricevuto l’intero fascicolo Sallusti. In particolare il parere negativo (ma non vincolante) del procuratore generale di Milano, Manlio Minale: «La decisione – viene spiegato -, nel rispettare le pronunce dell’autorità giudiziaria in applicazione dell’attuale normativa, tiene conto dell’avviso favorevole formulato dal ministro della Giustizia a conclusione dell’istruttoria compiuta con l’acquisizione delle osservazioni (contrarie) del procuratore generale di Milano e del parere (favorevole) espresso dal magistrato di sorveglianza. Sono state anche considerate le dichiarazioni già rese pubbliche dalla vittima della diffamazione. Così come si è preso atto che il giornale sul quale era stato pubblicato l’articolo giudicato diffamatorio dopo la condanna del suo ex direttore ha riconosciuto la falsità della notizia formalizzando con la rettifica anche le scuse».
Commutare la pena da carceraria a pecuniaria, insieme a concedere la grazia, è tra i poteri del Presidente. Prima di oggi Napolitano, dalla sua elezione nel 2006, ha concesso 18 volte la grazia e una sola la commutazione della pena. Fin dal titolo del comunicato, la Presidenza della Repubblica dice che il gesto è stato deciso «al fine di favorire una riflessione su una disciplina più equilibrata ed efficace dei reati di diffamazione a mezzo stampa».