Ha scritto bene Globalist: nella notte di Natale un’omelia straordinaria di Jospeh Ratzinger. Straordinaria per quel che ha detto nel rivivere la nascita di Gesù Cristo. E le parole e l’appello dolente del Papa – ripetute in mattinata – hanno avuto l’eco che meritava: l’apertura di tutti i giornali on line e quasi di tutti i Tg. In quelli del servizio pubblico, prima pagina del Tg2 e prima pagina del Tg1, come è giusto che fosse. Così i Gr. Poi arriva il Tg3 dove, forse per un malinteso laicismo, forse per il ”famolo diverso”, forse perché “tanto l’hanno già sentito”, il Papa è declassato. Bisogna aspettare un bel po’ per sapere cosa ha detto. Certo, dal Papa a Natale non ti puoi aspettare effetti speciali e schioppettanti, questo è un Natale molto particolare, dolente, come il tono usato da Ratzinger.
Nelle sue parole, la realtà dei “rifugiati”e degli “immigrati”: sono loro la “vera questione morale” e la chiusura verso di loro è lo scandalo prodotto dall’egoismo di chi non dà spazio a Dio. Ma il Tg3 anche nel giorno di Natale, che lo stesso Monti, come fa vedere Rai1 da Assisi, vive con le giuste priorità, non ce la fa ad abbandonare lo schema ossessivo della politica in prima pagina. Anche quando è la minestra riscaldata del giorno precedente. E così l’appello di pace del Papa scivola nella scaletta, e si piazza al sesto, settimo posto il suo invito universale “alla fede dell’unico Dio”. Quel Dio che sconfessa l’alibi seminato nel mondo per giustificare guerre che niente hanno a vedere con la fede degli uni e degli altri. C’è un unico Dio – è la sostanza delle parole del Papa – e non vuole la guerra. Negli occhi di Ratzinger le immagini della strage in Siria: uomini donne e bambini in fila per il pane, straziati.
Pace in Siria come in Terra Santa. E poi il pensiero al nostro Paese, con l’invito agli italiani perché “collaborino per il bene comune”. Ed anche un pensiero alla nuova dirigenza cinese: ”Dio – ha detto il Papa – rivolga loro il suo sguardo”.
Il Papa annoia, la minestra no?