Carceri, Strasburgo condanna l'Italia

La Corte dei Diritti dell'Uomo ha accolto il ricorso di sette detenuti: l'Italia dovrà versare loro 100 mila euro per i danni morali.

Carceri, Strasburgo condanna l'Italia
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8 Gennaio 2013 - 17.30


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Il sovraffollamento delle carceri italiane viola l’articolo 3 della Convenzione di Strasburgo sui diritti umani. Per questo oggi il nostro paese è stato condannato dalla Corte dei Diritti dell’uomo: dovrà risarcire con 100 mila euro ciascuno i sette detenuti che avevano fatto ricorso. Le loro storie denunciano fatti gravi: vengono dalle carceri di Busto Arsizio e Piacenza. Raccontano nel loro ricorso come abbiano dovuto condividere celle di 9 metri quadrati in tre persone, senza acqua calda e spesso con una illuminazione inadeguata. Un trattamento, ha stabilito la Corte, “inumano e degradante”.

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“Questo problema strutturale – si legge nel giudizio – è ora
ben conosciuto a livello nazionale. La corte chiede alle
autorità di realizzare entro un anno misure che rimedino le
violazioni della Convenzione relative al sovraffollamento”.

La Corte di Strasburgo ha ribadito
che “la detenzione non comporta la perdita dei diritti
garantiti dalla Convenzione” e ha stabilito che lo spazio a
disposizione dei detenuti in questione non era conforme agli
standard richiesti per un’accettabile detenzione, pari ad
almeno 4 metri quadrati per persona.

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Per la Corte, i detenuti in questione sono stati soggetti a
trattamento degradante e disumano come risultato del fatto di aver
dovuto condividere uno spazio ridotto con altre due persone e che sono
stati vittime di discriminazione rispetto ai detenuti che si trovano
in condizioni di detenzione migliori.

Il problema, ha riconosciuto la
Corte, è stato accentuato dalla mancanza di acqua calda per
lunghi periodi e di illuminazione nel carcere di Piacenza.

La scelta di esprimere un “giudizio pilota” è determinata dal
fatto che “il sovraffollamento delle carceri in Italia non
riguarda soltanto i cittadini che hanno presentato il ricorso”, sottolineano i giudici:
infatti, “la natura strutturale e sistemica del
sovraffollamento è emersa chiaramente in occasione della
dichiarazione di uno stato di emergenza nazionale da parte del
presidente del consiglio nel 2010″, ed è confermata anche
dalle “diverse centinaia di denunce pendenti presso la Corte”
sull’argomento. Anche se Strasburgo non puo’ determinare le
scelte di politica penale degli Stati, o su come devono
organizzare i loro sistemi detentivi, si legge nella sentenza, la Corte “incoraggia
giudici e inquirenti a fare un maggiore uso, laddove possibile,
delle misure alternative alla detenzione e cercare di ridurre
il ricorso al carcere, per affrontare il problema della
crescita della popolazione carceraria”.

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La Corte ha altresì condannato l’Italia a versare ai detenuti
in questione la somma totale di 99.600 euro, oltre ai 1.500 ciascuno
per risarcire i costi e le spese sostenute.

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