Fine dell'omertà: un cinese denuncia lo sfruttamento dei cinesi

Lavoro in nero e una paga di 1 euro l'ora per 18 ore al giorno. La denuncia di un giovane lavoratore che porta alla luce la relatà lavorativa di Prato alle autorità

Fine dell'omertà: un cinese denuncia lo sfruttamento dei cinesi
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redazione Modifica articolo

7 Marzo 2013 - 21.47


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Per la prima volta un cinese rompe il muro d’omertà della comunità e denuncia i connazionali dove lavorava in nero, a regime di sfruttamento: 1 euro all’ora, per 18 ore al giorno.

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È accaduto a Prato, capitale dell’impero cinese made in Italy. A rompere il silenzio, un giovane cinese. Si è rivolto al Servizio Immigrazione del Comune di Prato, che ha agito in collaborazione con la Questura.

Il giovane, dopo la denuncia, è stato assistito dalle autorità ed è stato inserito in un progetto anti-tratta in una città italiana, lontano da Prato,
Il ragazzo, che in un incidente sul lavoro, per il malfunzionamento delle macchine ha riportato gravi lesioni e ustioni, potrà reinserirsi attraverso questo progetto in un contesto lavorativo e sociale diverso.

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Gli uffici dell’immigrazione hanno denunciato i responsabili e chiesto per il giovane un permesso di soggiorno per “protezione sociale”, previsto dalla legge per tutti coloro che, irregolari, denunciano situazioni di grave sfruttamento. Sono state anche avviate le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità.

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