Anche per la Corte d’Appello di Milano Silvio Berlusconi si è reso colpevole di una frode fiscale da 7 milioni di euro realizzata nel biennio 2002-2003. Il collegio presieduto da Alessandra Galli, titolare del processo d’Appello sui diritti Tv di Mediaset, ha infatti confermato la condanna di 4 anni già inflitta in primo grado all’ex presidente del Consiglio (pena ridotta a un anno per effetto dell’indulto).
Ritenuto colpevole anche in Appello di aver gonfiato il prezzo dei diritti televisivi e cinematografici acquistati da Mediaset presso le principali majors statunitensi e di aver creato fondi neri all’estero per frodare così il fisco italiano. Dopo la sentenza di primo grado sui diritti Tv e quella sul passaggio di mano dell’intercettazione Fassino-Consorte, per il leader del Pdl è questo il terzo verdetto di condanna arrivato dai giudici milanesi in poco più di sei mesi. La prima che l’ex presidente del Consiglio subisce in un processo d’appello.
I giudici confermando la sentenza di primo grado ha condannato Silvio Berlusconi a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e 3 anni dal dirigere società e contrattare con la pubblica amministrazione. La decisione del collegio presieduto da Alessandra Galli è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio. Arriva anche l’assoluzione per Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, tra gli imputati del processo sull’acquisizione dei diritti tv Mediaset.
L’ex capo del Governo, imputato di frode fiscale per 7,3 milioni di imposta evasa al netto degli anni coperti da prescrizione, dopo la sentenza di primo grado del 26 ottobre 2012, è stato ritenuto colpevole un’altra volta. Con lui condannati gli allora manager di Mediaset Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e il produttore statunitense, suo “socio occulto”, Frank Agrama (3 anni).
LE REAZIONICapezzone (Pdl): italiani capiscono. Condanna a Berlusconi surreale – «Oggi tutte le persone ragionevoli, al di là di ogni appartenenza politica e culturale, comprendono bene quello che accade: è letteralmente surreale e assurda la condanna di Silvio Berlusconi, contribuente recordman. Attendiamo che i garantisti di sinistra dicano qualcosa…». Questo il commento di Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della Commissione Finanze della Camera.
D’Alessandro (Pdl): condanna ingiusta – «In questi giorni che vedono le forze politiche faticosamente impegnate in una fase di pacificazione e di coesione nazionale, e che cercano di mettere da parte dissapori e scontri passati nell’interesse del Paese e degli italiani, il palazzo di giustizia di Milano appare sempre più come quel giapponese armato fino ai denti, guerrafondaio e inconsapevole della fine della guerra, che cerca con ogni mezzo di spazzare via il nemico di sempre». Lo dice l’esponente del Pdl Luca D’Alessandro.
«Si dice che in guerra e in amore sia tutto permesso – aggiunge – ma la sentenza di condanna a 4 anni contro Silvio Berlusconi, accusato di aver evaso 3 milioni di euro di tasse su 567 effettivamente versati all’erario, dimostra che una parte della magistratura sente di poter osare ancora di più, violando le regole, il principio d’imparzialità e di terzietà, il rispetto dei diritti di difesa, arrivando a negare cio’ che a imputati per reati ben più gravi viene sempre allegramente concesso. Quello appena concluso è un processo politico e la condanna a Berlusconi è solo politica, una condanna che deve farci reagire con forza perché folle, ingiusta e basata solo sul principio dell’eliminazione dell’avversario per via giudiziaria».
Ghedini: sentenza al di fuori di ogni logica – «È una sentenza al di fuori di ogni logica, da nessun altro tribunale avremmo avuto questa sentenza». Così Niccolo Ghedini, uno dei legali di Silvio Berlusconi, punta il dito contro la decisione della Corte di Appello. L’avvocato-senatore del Pdl accusa il collegio presieduto da Alessandra Galli di essere prevenuto nei confronti di Berlusconi. E si dice convinto che in questo caso «la forza della prevenzione è andata al di là della forza dei fatti».
Tutto era previsto, secondo il legale: «Avevamo un’assoluta consapevolezza di questo esito, anche perché non si sono valutati nuovi testimoni, nuovi documenti e non si è voluto aspettare la Corte costituzionale che è stata definita irrilevante». Ora il destino di Berlusconi è legato al terzo grado di giudizio: «Confido nella corte di Cassazione e nella corte costituzionale», osserva Ghedini a questo proposito.
M5s applaude in aula dopo la sentenza – La condanna di Berlusconi arriva nel corso dell’assemblea dei parlamentari 5 stelle a Montecitorio e viene accolta da un applauso e dalle mani agitate in alto che è l’applauso dei sordomuti. A dare la notizia, mentre è in corso l’incontro con Stefano Rodotà, è il senatore Mario Giarrusso. La conferma il portavoce M5s al senato, Vito Crimi, che ha sottolineato: «l’interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi è forse la notizia più importante». Altro applauso. E Rodotà ha commentato ironico: «c’è chi vuole impedire la pacificazione, che ci volete fare…».
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