«La Chiesa non combatte e non ha combattuto abbastanza contro Cosa nostra, purtroppo anche settori ecclesiastici non si dimostrarono insensibili alle richieste avanzate dalle famiglie di Cosa nostra. Purtroppo in passato la Chiesa è stata colpevolmente disattenta se non collusa con la mafia».
È il monito del pm antimafia Nino Di Matteo, uno dei magistrati che rappresentano l’accusa del processo per la trattativa, nel suo intervento a Palazzo delle Aquile a Palermo in un incontro per commemorare don Pino Puglisi a pochi giorni dalla sua beatificazione.
«Invece don Pino Puglisi – spiega ancora Di Matteo – esercitava la sua opera di primato di Dio sulle coscienze e questo Cosa nostra non poteva permetterlo».
Di Matteo ha quindi ricordato una recente dichiarazione di monsignor Ravasi in cui «esortava la Chiesa a divenire una costante spina nel fianco di Cosa nostra». «I valori della mafia – dice ancora Di Matteo – sono la negazione di Dio e dei valori cristiani».
Parlando ancora di don Puglisi, il magistrato spiega che la sua figura è quella di una persona «al servizio dei più umili, un uomo forte ma consapevolmente solo». E ricorda poi la lettera inviata nel 1993 dai familiari di alcuni mafiosi al Papa e all’allora Capo dello Stato Scalfaro. «Erano minacce gravi mascherate da invocazioni».