Tre passaggi dalla cronaca di oggi:
Sui rapporti con la Minetti, quando le è stato chiesto se abbia mai frequentato la Minetti fuori dai cancelli di Villa San Martino, la giovane ha risposto con dei “non ricordo”, non sapendo fornire spiegazioni sulle 122 telefonate intercettate tra il suo cellulare e quello dell’ex consigliere lombarda del pdl, imputata in questo processo.Tra gli altri “non ricordo” del ragazza, il pm le ha contestato di aver lasciato un numero inesistente all’agenzia di Lele Mora e le ha chiesto quale fosse il motivo. La ragazza ha risposto: “non ricordo”. E alla domanda “ha dormito ad Arcore da sola, senza altre ragazze, il 9 marzo 2010?” lei ha risposto con un altro “non ricordo”.
Ruby ha detto, a più riprese, “non ricordo date, ricordo di essere rimasta a dormire ad Arcore due o tre weekend. La mia memoria può fallire, non è uno strumento elettronico come le intercettazioni telefoniche”. Sette giorni fa aveva parlato invece di “una sola volta”.
Gli interrogatori di Ruby Rubacuori fanno venire in mente situazioni della vita che tutti, più o meno, abbiamo visstuto.
La prima a scuola, quando avevamo studiato poso e male e l’inflessibile professore, nemmeno avesse il sesto senso, ci chiamava per l’interrogazione. E uno lì a scervellarsi: ma che c’era scritto nel libro? Che mi avevano spiegato a ripetizione? Boh. Professore, scusi, non mi ricordo.
E se Ruby Rubacuori, al pari di tanti studenti un po’ somari, non riuscisse a imparare bene la versione ufficiale del libro di testo che le è stato dato da studiare? E se, presa dai tanti impegni, non avesse il tempo di ripassare la lezione?
La seconda è l’amore. Chi non ha mai detto una bugia al partner per giustificare qualche sospetta serata passata ufficialmente con gli amici; qualche visita a un parente malato; qualche “buco” in una giornata?
Il problema non è inventarsi la scusa. Il problema è ricordarsela. Come sta tuo zio? Perché cosa ha mio zio? Ahhhh, allora non era moribondo in ospedale…
Fabrizio? Eh, saranno mesi che non lo vedo. Ma come non eravate andati al ristorante insieme tre settimane fa?
Con tutte queste persone incontrate, versioni cambiate o aggiustate, come pretendete che Ruby possa tenere tutto a mente. Mica è Pico della Mirandola.
Basta con queste domande. Una vera e propria tortura. Già immaginiamo Ruby, novella Vittorio Alfieri, costretta dai suoi mentori ad essere legata ad una sedia a studiare, ripassare ripetere. Salvate la Rubacuori: chiamate Amnesy international
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