Sugli autobus di Bologna, sta circolando in questi giorni una pubblicità delle piscine Sogeee che ritrae una bambina in atteggiamento piuttosto ammiccante.
Occhiali da sole, gambe accavallate, mentre sorseggia, con una cannuccia, un succo di frutta. Una piccola donna, in posa (troppo) provocante e sensuale.
Piuttosto strano vedere una pubblicità del genere in un Comune che dal dicembre del 2009 ha aderito alla moratoria delle pubblicità lesive della dignità della donna lanciata nell’ambito della campagna UDI “Città libere dalla pubblicità offensiva”.
Ma soprattutto inammissibile che, dopo le polemiche sulle modelle troppo magre e sull’uso inappropriato del corpo delle donne su molti cartelloni pubblicitari, ora anche i bambini, anzi, le bambine, vengano strumentalizzate dalla pubblicità. Davvero vergognoso.
Eppure il Comune di Bologna, aderendo alla moratoria, ha assunto gli orientamenti di aderire all’iniziativa promossa dall’UDI contro la pubblicità lesiva della dignità di genere e di chiedere agli organi di governo nazionale e regionale, l’attuazione della risoluzione Comunitaria n. 2038 del 3 settembre 2008 del Parlamento Europeo sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che indica come inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile indicando agli stati membri di adeguare decretazioni e leggi in tal senso.
Ma quell’inadeguata pubblicità è apparsa comunque su molti mezzi pubblici della città emiliana.
Monica Provetti, ideatrice della pubblicità, si è detta dispiaciuta per il qui pro quo creatosi: «Volevamo, in estate – ha scritto su facebook – diversamente da quanto facciamo in inverno, quando utilizziamo immagini prettamente legate al nuoto, usare un’immagine simpatica che interpretasse l’idea bolognese di “polleggio” e questa bambina che non è vestita ma sta bevendo un succo appunto polleggiata, rilassata sul lettino, ci è sembrata simpatica».
Un’immagine che molte persone hanno detto essere innocua e simpatica. «Se a qualcuno pare lesiva ce ne scusiamo, l’intenzione era chiaramente di rendere l’idea delle piscine» ha detto ancora Provetti.
Ma qui c’è in ballo la dignità di una bambina. In molti paesi c’è un dibattito sull’immagine infantile e in Francia avevano anche fatto un disegno di legge. È grave, tutta questa superficialità ed è ancora più grave se questa rappresentazione viene imposta al corpo delle bambine in quanto comunica che anche una bambina può essere sexy, che è normale avere pensieri erotici su una bambina di cinque anni e che puoi prenderla e usarla a piacimento come un oggetto sessuale.
Proprio per questo Giulia Emilia-Romagna, il coordinamento regionale della rete nazionale delle giornaliste unite per il cambiamento, ha chiesto al Comune di Bologna di impegnarsi affinché quella pubblicità venga ritirata nel rispetto della dignità dei bambini e delle bambine.
In un periodo nel quale, purtroppo, gli abusi dei minori sono molto frequenti, è doveroso preservare e non strumentalizzare i loro corpi neanche se un’immagine appare simpatica.
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