Il Papa e Napolitano: solidarietà e speranza per l'Italia

Colloquio in Vaticano tra il Presidente e Bergoglio: il dialogo tra Italia e Santa Sede ha come fine principale il bene del popolo italiano.

Il Papa e Napolitano: solidarietà e speranza per l'Italia
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8 Giugno 2013 - 16.24


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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel primo pomeriggio si è recato in Vaticano per la visita ufficiale a papa Francesco.
Il colloquio tra Papa Francesco e il Presidente della Repubblica è durato circa 25 minuti nella Sala della Biblioteca. Al termine è stata fatta entrare la delegazione italiana.

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La visita ufficiale è avvenuta dopo la rielezione di Napolitano per il suo secondo mandato: la precedente, a Benedetto XVI, era avvenuta il 20 novembre 2006. La delegazione che accompagna il capo dello Stato e la consorte, signora Clio, è composta da 13 persone: ci sono il ministro degli esteri Emma Bonino, l’ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Maria Greco con la moglie, il segretario generale del Quirinale Donato Marra con la moglie, il capo della Segreteria di Napolitano, Carlo Guelfi, il consigliere per gli Affari diplomatici Stefano Stefanini con la moglie, il consigliere per gli Affari militari, generale Rolando Mosca Moschini, il capo del Cerimoniale Stefano Ronca, il reggente dell’Ufficia stampa Giovanni Matteoli, il capo ufficio visite Pier Luigi Zamporlini, il consigliere degli Affari diplomatici Emanuele Manzitti.

Si sono salutati con una cordiale stretta di mano Papa Francesco e Napolitano al loro incontro nella Sala del Tronetto. Il Papa ha detto un “grazie” dopo le prima parole di saluto rivoltegli dal capo dello Stato. Quindi i due sono entrati nella Sala delle Biblioteca per il colloquio privato.

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«La Sua visita, Signor Presidente, si inserisce in una storia di rapporti ormai lunga, e ancora una volta conferma, dopo vicende anche travagliate e dolorose, la normalità e l’eccellenza delle relazioni tra Italia e Santa Sede». Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso durante la visita del presidente Giorgio Napolitano. «Queste relazioni – ha ricordato il Pontefice – si sono sviluppate specialmente dopo la Conciliazione e l’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione italiana, e quindi, in un’ottica nuova, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II e l’Accordo di revisione del Concordato».

«Il dialogo tra Italia e Santa Sede ha come fine principale il bene del popolo italiano e come sfondo ideale il suo ruolo storicamente unico in Europa e nel mondo». Lo ha affermato il Pontefice nel suo discorso con Napolitano.
«Questa prima visita del Presidente al Papa – dopo la sua partecipazione alla messa per l’inizio del ministero petrino – può essere espressa efficacemente con l’immagine dei due colli, il Quirinale e il Vaticano, che si guardano con stima e simpatia» ha continuato Bergoglio che ha ringraziato «vivamente» il capo dello Stato «per questa Sua gradita visita, che mi offre – ha detto – l’opportunità di rivolgere il mio più cordiale saluto a Lei e all’intero Popolo italiano, i cui rappresentanti l’hanno recentemente eletta per un nuovo mandato alla più alta carica dello Stato».

«È’ un dovere di tutti difendere la libertà religiosa e promuoverla per tutti. Nella tutela condivisa di tale bene morale si trova, inoltre, anche una garanzia di crescita e di sviluppo dell’intera comunità» ha detto papa Francesco. «Nel mondo di oggi – ha proseguito – la libertà religiosa é più spesso affermata che realizzata. Essa, infatti, è costretta a subire minacce di vario tipo e non di rado viene violata». «I gravi oltraggi inflitti a tale diritto primario – ha aggiunto il Pontefice – sono fonte di seria preoccupazione e devono vedere la concorde reazione dei Paesi del mondo nel riaffermare, contro ogni attentato, l’intangibile dignità della persona umana».
«Preoccupanti», nell’attuale momento di «crisi globale profonda e persistente», ha detto papa Francesco al presidente Giorgio Napolitano, «appaiono soprattutto i fenomeni quali l’indebolimento della famiglia e dei legami sociali, la decrescita demografica, la prevalenza di logiche che privilegiano il profitto rispetto al lavoro, l’insufficiente attenzione alle generazioni più giovani e alla loro formazione, in vista anche di un futuro sereno e sicuro».

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«In questo contesto, certo non facile, è fondamentale garantire e sviluppare l’impianto complessivo delle istituzioni democratiche, alle quali nei decenni trascorsi hanno contribuito in modo determinante, leale e creativo i cattolici italiani» ha detto il Papa.

«La sentiamo profondamente vicino» ed «ella è già diventata una figura familiare e cara agli italiani» così il presidente della repubblica ha salutato papa Francesco in Vaticano.

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