Femminicidio: una donna su due viene uccisa dal partner

Secondo una ricerca dell'Oms almeno un omicidio su 7 avviene tra le mura domestiche. L'Italia Paese a rischio, ma tra i più pericolosi c'è il sud est asiatico.

Femminicidio: una donna su due viene uccisa dal partner
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20 Giugno 2013 - 17.34


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Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno visto come protagonista la violenza sulle donne nel nostro Paese, uno studio inglese ha confermato il dramma della vulnerabilità del sesso femminile proprio in ambiente domestico: nel mondo un omicidio su 7 avviene tra le mura di casa, e tra un terzo e la metà delle donne che vengono uccise sono vittime del partner. Donne “le cui necessità sono state trascurate per troppo tempo”, ha sotttolineato Heidi Stockl, autrice dello studio i cui dati sono stati inclusi nel report “La prevalenza e gli effetti sulla salute della violenza domestica”, realizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in associazione con London School of Hygiene & Tropical Medicine e dal South African Medical Research Council, e pubblicato oggi su “Lancet”.

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Nel mondo, almeno un omicidio su 7 (13,5%) avviene tra le mura domestiche, con il 38,6% dei femminicidi imputabili ai partner, mentre solo il 6,3% degli omicidi maschili avviene per mano della compagna. Il Paese dove le donne sono più a rischio è il Sud-est asiatico, dove più della metà (58,8%) degli omicidi avviene per mano del partner. A seguire ci sono i Paesi ad elevato reddito (41,2%), tra i quali è presente anche l’Italia; le Americhe (40,5%) e l’Africa (40,1%). Nei Paesi a medio e basso reddito europei e del Pacifico occidentale i femminicidi ad opera del partner sono molto meno frequenti, circa un caso su 5, e nelle regioni del Mediterraneo orientale ancora meno (14,4%). Invece, è molto difficile che l’omicidio di un uomo sia imputabile alla compagna: questo tipo di delitto ha un incidenza molto bassa (tra il 6,3% a meno del 2%) nei diversi Paesi.

Stockl e colleghi della London School of Hygiene & Tropical Medicine, ai fini dello studio hanno raccolto, in maniera sistematica i dati relativi a 169 Paesi negli ultimi 20 anni. In particolare hanno analizzato 492.340 casi di omicidio, da 118 studi condotti in 66 Paesi. E secondo gli autori, la vera dimensione del problema e’ sottostimata a causa della mancanza di dati. In particolare, si stima che in almeno in un caso di femminicidio su 5 non siano stati riportati legami, pur esistenti, tra assassino e vittima.

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Stockl ha puntato il dito contro le Istituzioni, ritenendo questi omicidi “il risultato finale di un mancato intervento da parte della giustizia contro la violenza domestica. C’e’ ancora molto da fare – ha aggiunto l’esperta – in particolare per aumentare gli investimenti nella prevenzione di questo tipo di violenza, per sostenere le donne coinvolte in questi episodi, e per controllare il possesso di armi per persone con una storia di violenza alle spalle”.

In un commento al report dell’Oms, Rosana Norman del Queensland Children’s Medical Research Institute della University of Queensland in Australia, ha scritto che “questi risultati hanno implicazioni importanti per la prevenzione dei femminicidi per mano del partner, e indicano la necessità di ulteriori indagini. E le ricerche sulle complesse questioni relative alle relazioni intime, possono essere intraprese solo se i dati sono raccolti in maniera sistematica”.

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