Falso in bilancio e aggiotaggio, queste le accuse che hanno portato agli arresti per Salvatore Ligresti, i tre figli, Paolo, Jonella e Giulia Maria, i due ex amministratori delegati Fausto Marchionni ed Emanuela Erbetta, e l’ex vice presidente pro-tempore Antonio Talarico.
L’inchiesta è quella della Procura di Torino su Fondiaria Sai, la compagnia assicurativa del gruppo Ligresti che sta tentando in questi mesi la fusione con Unipol, aperta un anno fa esatto e che da maggio ha visto notificare quattordici avvisi di garanzia.
Nella vicenda sono indagati anche Vincenzo La Russa, fratello del politico Ignazio, i membri del comitato esecutivo di Milano Assicurazioni e, in virtù della normativa in tema di responsabilità amministrativa degli enti, la stessa società e la capogruppo Fondiaria Sai. L’ inchiesta è coordinata dai magistrati Marco Gianoglio e Vittorio Nessi, e non è la sola che tiene nel mirino la Fonsai di Ligresti. Anche a Milano, nell’ufficio del sostituto procuratore Luigi Orsi, è aperto un fascicolo sulla scalata al gruppo che vede il costruttore siciliano, i suoi figli e l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, accusati di ostacolo agli organi di vigilanza per il presunto patto occulto tra Mediobanca e la sua famiglia.
L’ inchiesta gira attorno a un buco di circa 800 milioni di euro, per la presunta falsificazione del bilancio del 2010, nel quale, come ha accertato anche l’ Isvap, sarebbe stata deliberatamente truccata la voce «riserva sinistri», sottostimata per circa 800 milioni appunto, al fine di nascondere un pesante passivo nei conti della società. In questo modo, secondo l’ accusa, gli investitori sarebbero stati privati di informazioni determinanti per una corretta valutazione dei titoli azionari. Il bilancio 2010, sostengono i magistrati, è stato preso come base anche per la predisposizione del prospetto informativo dell’ aumento di capitale di Fonsai del luglio 2011. Da qui l’ accusa di aggiotaggio.
A Torino, città che ospita il quartier generale di Fonsai, per mesi sono andati avanti gli interrogatori dei testimoni, tra cui anche Alberto Nagel, mentre la Procura disponeva alla Guardia di finanza del Nucleo tributario perquisizioni nelle sedi delle aziende nelle abitazioni degli amministratori. A ottobre i pm hanno disposto un passaggio dei finanzieri nella sede dell’Isvap (l’ex Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) a Roma, e in particolare nell’ufficio del presidente Giancarlo Giannini che è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in falso in bilancio.
La Guardia di Finanza aveva già fatto visita alla famiglia lo scorso febbraio. In quel caso erano state controllate le abitazioni dei figli di Salvatore Ligresti, Jonella, Giulia Maria e Paolo, e degli ex dirigenti Fausto Marchionni, Emanuele Erbetta, Antonio Talarico e Vincenzo La Russa.