Pg in Cassazione: confermare la condanna al Cav

Coppi e gli altri legali puntano all'annullamento radicale. La decisione domani sera o giovedì. Intanto Mura ha ricordato che le proteste devono rimanere duori dall'aula.

Pg in Cassazione: confermare la condanna al Cav
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30 Luglio 2013 - 17.36


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“È questo un processo carico di aspettative e che suscita passioni ed emozioni esterne che sono manifestazione del libero dibattito e della vita democratica, ma aspettative e passioni devono rimanere confinate fuori dallo spazio dell’Aula giudiziaria”.Così è iniziata la requisitoria del sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonio Mura, al [url”processo Mediaset”]http://www.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=47353&typeb=0[/url]. Il pg ha ricordato che il suo compito sarà svolto con “imparzialità in termini coincidenti” con la giurisprudenza della Corte.

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Quelle sul legittimo impedimento di Silvio Berlusconi a partecipare ad alcune udienze del processo Mediaset sono “censure tecnicamente infondate e non ammissibili in questa sede”, ha poi aggiunto Mura, il quale ha enumerato le motivazioni addotte alle istanze di legittimo impedimento. “Impegni elettorali, un Consiglio dei ministri, un incontro con il primo ministro di Macedonia, motivi di salute legati ad una patologia oculare”.

Il procuratore generale della Cassazione ha anche ricordato la sentenza della Corte costituzionale 168/2013 che ha risolto un conflitto di attribuzione tra il Tribunale di Milano e il presidente del Consiglio “riconoscendo la legittimità delle valutazioni fatte dal Tribunale” in materia di legittimo impedimento. Anche riguardo la patologia oculare il rappresentante dell’accusa ha specificato che “l’infermità deve essere provata anche con efficacia rispetto a una impossibilità fisica assoluta” a partecipare all’udienza.

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“Posso senz’altro affermare – ha sottolineato Mura – che dall’osservazione delle modalità di svolgimento di questo processo le regole di legge sono state rispettate e non c’è contrasto con i principi del giusto processo”, respingendo così le “obiezioni processuali” degli imputati.

In Cassazione anche l’avvocato Piero Longo, deputato del Pdl e difensore dell’ex premier Silvio Berlusconi nel processo Mediaset fino alla presentazione del ricorso in Cassazione, firmato da Franco Coppi e Niccolò Ghedini.

Valide le accuse di evasione per gli anni 2002-2003 – “Non ha consistenza” la richiesta degli imputati del processo Mediaset di far dichiarare la nullità “della contestazione suppletiva per gli anni 2002-2003 che ha esteso la originaria imputazione” di frode fiscale “ma non la continuazione con le altre annualità”, ha continuato nella sua requisitoria Mura. “In tema di reato continuato non esiste l’obbligo del pm di procedere a formale contestazione della continuazione la cui valutazione spetta al giudice”, ha detto il pg.

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Continuità sistema di false fatturazioni – Nel meccanismo di fatturazioni fittizie emerso nel processo Mediaset si rileva “una continuità del sistema” che aveva il duplice obiettivo di “gonfiare i costi per benefici fiscali e produrre pagamenti per la costituzione all’estero di ingenti capitali”. Nella requisitoria in Cassazione il rappresentante dell’accusa ha condotto una disanima degli elementi probatori. “È naturale – ha detto – che oggetto di attenzione sia stato anche il meccanismo contrattuale”, ossia i passaggi dal contratto d’origine ad una serie di subcontratti, e “oggetto probatorio è pure il carattere riservato che anche in azienda c’era sui passaggi intermedi fino al passaggio finale”.

La pena accessoria dell’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici nei confronti di Silvio Berlusconi deve essere ridotta a tre anni: lo ha chiesto il sostituto pg della Cassazione Antonio Mura, sollecitando la conferma della condanna per il reato di frode fiscale inflitta in secondo grado agli imputati. Secondo il legale di Berlusconi, Franco Coppi, l’interdizione per cinque anni “era un errore palese”.

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